I miei racconti brevi(ssimi): “Non tutto si compra”

Non tutto si compra

Il portafoglio è più leggero, ma il mio animo certamente non lo è. Il divertimento non è più così divertente, né tantomeno spensierato come un tempo.

Dovrei darci un taglio, ma è troppo comodo per me pagare per avere. E’ sempre andata così nella mia vita e ora non potrebbe essere altrimenti. Pagare per un’auto sportiva, pagare per una casa stupenda, un viaggio in posti da favola e sborsare per una serata di amore non amore.

Le banconote le lascio sul comodino e senza dire una parola vado via. Non è la scena di un film, bensì il copione della mia esistenza.

Una vita di eccessi, pochi rimorsi e, ore dopo ore, sempre più rimpianti.

Lunghi pendenti che cascano dalle orecchie sino al collo sinuoso, chiome leonine dai riflessi dorati, scintillii argento su sandali vertiginosi. Delle notti insonni e cariche di superficialità restano soltanto dettagli. La sostanza naviga veloce e scompare all’orizzonte.

Sono ricco, ma povero. Povero dentro intendo. Riconoscerlo, dichiararlo, saperlo, potrebbero essere timidi passi verso una minima ricchezza d’animo. Lo spero. Vorrei dormire nel mio letto, dopo momenti di passione e d’amore, ricordando più sorrisi, rossori e sensazioni.

“Desiderio e vuoto hanno lo stesso sapore”

Ed è tutto fermo. Il tempo, le nuvole, il sole. Solo il mio pensiero continua imperterrito a viaggiare, verso te, o verso il nulla, non saprei.

Alle volte desiderio e vuoto hanno lo stesso sapore e vanno di pari passo. 

E lo sguardo inquieto? Ha la medesima velocità di quello spensierato?

Eppure le pupille viaggiano rincorrendo ricordi, giornate di pioggia, onde docili in lontananza, baci rubati, abbracci cullati da parole che, allora, odoravano di vero.

E ore di promesse, di vincoli e patti non firmati, ma altrettanto validi dinanzi al cuore. 

Un mix di paura e sentimento. Lo ricordo, sai? Prima che svanisse, perché debole, a causa di un semplice soffio di vento. 

 

I miei racconti brevi(ssimi): “La rivoluzione del disamore”

Guarda nello specchio e ripercorre con la memoria, che da sempre è il suo forte, i vari cambiamenti che hanno interessato il suo look. Lunghi capelli biondi, a volte divisi in due trecce vive e intense come spighe di grano; un caschetto nero corvino, abbinato a un rossetto prugna, vagonate di eye-liner e un piercing evidente sul naso; dopo dolci boccoli color nocciola, qualche cerchietto fiorito, a far primavera almeno sulla testa, come contorno un sorriso ingenuo e al tempo stesso malizioso.

Solo alcune delle modifiche coincidono con le variazioni del cuore. Ogni delusione, un taglio, un colore, una coda, un make-up intenso o impercettibile, a seconda dei casi.

E’ proprio vero: quando si ha voglia di cambiare, di voltare pagina, si parte dai capelli. Uno sprint (piccolo) verso un nuovo traguardo, ossia ricominciare da noi stessi. E poi dalla chioma si passa al trucco, al modo di vestire. Insomma, ci si rivoluziona. Pensa proprio a questa rivoluzione, mentre alterna smorfie e facce serie davanti all’oggetto delle ‘mie brame’. Non chiede chi sia la più bella del reame. Alle favole non crede da un pezzo ormai.

La rivoluzione sta arrivando e tu da che parte stai? Lo scenario sta cambiando, si disegna un nuovo sfondo. E tu quale ombra sei?” Già, canticchia il brano dei Negramaro e si chiede ‘Mara, tu quale ombra sei? Da che parte stai?’

Chissà se è davvero pronta alla sua rivoluzione personale.

L’ennesima delusione, l’ennesimo capitolo carico di cuore chiuso, archiviato, sepolto. Trattiene il respiro, sorride, butta fuori tutta l’aria che ha dentro, con foga, con la speranza di estirpare così l’erba cattiva solo con un soffio. Tira indietro i capelli. ‘Questi colpi di luce mi donano, in effetti’. Un velo di gloss, un paio di orecchini grandi, color mare. Pronta per uscire. Prende sotto braccio la borsa, ci mette dentro, o almeno spera di farlo, lo stesso coraggio che ogni singolo girasole ha nel guardare in faccia il sole. Nessuna timidezza. Niente panico.

Un ultimo sguardo sicuro e trasparente allo specchio, eterno amico-nemico. Si chiude dietro la porta della camera, con fermezza, come se stesse voltando le spalle anche al disamore. Cammina su tacchi alti, sicura, ad inciampare è solo qualche pensiero che, alle volte, la fa tornare su strade già percorse, perdendo l’orientamento e l’equilibrio. Ma poi li riacquista, ed è questo l’importante. Lo fa aggrappandosi alla dolcezza, a quel che è, nonostante tutto. Ed è già sera, è nuovamente tempo di amare.

I miei racconti brevi(ssimi): “Un sussurro potrebbe bastare”

mare foto

Un freno, e poi un altro ancora. Intrecciare le mani, per dirsi cosa? É un abbaglio, niente più. O è un miscuglio, magari un qualcosa in più…eppure mi guardo, ci guardo, e vedo il mondo che diviene tenero, spaesato e insolente, più di me.

Non voglio spingermi, nè buttarmi, resto ancorata, forse troppo, a questa apparente tranquillità che cerca di sgretolarsi ogni giorno, pian piano. 

Occhi negli occhi, dimmi ora quel che pensi. Sei superficiale come ti descrivono o c’è dell’altro sotto questa corazza? Ci sono progetti scivolati via dai rami come foglie stanche in autunno? Ci sono immagini nitide e vogliose di farsi scoprire come un arcobaleno all’affacciarsi del sereno?

Svelami cosa nascondi, cosa ti passa per la testa. Un sussurro potrebbe bastare, così come qualche sillaba connessa al cuore. Cerchiamoci quel tanto che basta per dire che ci sono. Io ci sono per te. Tu ci sei per me. 

Abbaiami pure contro. Ma fallo. Sputa quel che senti, proprio qui, davanti ai miei occhi. Se non sarai sensibile capirò pure. Non ti abbraccerò, scapperò dinanzi alle tue lusinghe, e non mi avrai.

Un abbraccio custodisce ogni significato più intenso. So che lo pensi, so almeno questo di te. Sfiorami le dita, le unghie, dimmi che ti piacciono, che ti piaccio. Passa le tue mani tra i miei capelli, asseconda ogni riccio, non dar retta ai capricci. 

Non temere di guardarmi negli occhi, guarda il mare e poi me. Getta via quegli occhiali e posa lo sguardo dove ti pare. Non far finta di nulla, non negare l’evidenza. Siamo io e te. Siamo già piccola e vera essenza. 

I miei racconti brevi(ssimi): ‘Le rose ci salveranno?’

Le rose ci salveranno?

rosa

L’ennesima bugia, accompagnata dai miei timori sempre più vivi. Esce quatto quatto, rientra quando vuole e ha uno strano odore addosso, anzi un piacevole profumo.

Non vado a caccia di labbra scarlatte appiccicate sul colletto della camicia né di macchie cremose di rossetto attorno alla bocca. Non sondo la casella di posta elettronica e la messaggeria telefonica.

Lo so e basta. So che se la spassa con un’altra, certamente più giovane di me, ma non so dire basta, come se quella ad esser divisa tra due amori e passioni fossi io. La vita è molto più facile per chi tradisce che per chi sa, vede senza vedere, e non è capace di far altro che subire e tacere.

Qualcosa mi lega a lui, dopo tanti anni di matrimonio, più del buon senso alla mia stessa anima. Il cuore non si lascia schiacciare dalla ragione e quest’ultima oramai ha deposto le armi, si è rassegnata all’idea e non ne vuole più sapere di lottare e ribellarsi con tutte le sue forze, se mai lo abbia fatto per davvero nella sua esistenza.

Il cuore galoppa ora. Sente che è rientrato. Un bacio leggero e affettuoso sulla guancia, una rapida carezza, sorrisi che chiedono scuse temporanee e un mazzo vaporoso di rose. Le adoro. Se lo ricorda. Lo abbraccio e ci vedo scioccamente salvi.

“Saremo mare e torre”, il mio racconto su ‘Libreriamo’

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Torre Specchiolla, Casalabate (Le)                                                                   Foto di Giuseppe Bello Roma

 

Saremo mare e torre

L’energia del mare Adriatico che batte copiosamente sugli scogli. Mi piacerebbe possederla. Quest’ammasso d’acqua, a tratti calmo, ad altri rabbioso, sembra amare l’abitudine, a differenza di me. Io dinanzi alle abitudini scappo ma, al tempo stesso, fuggo dalle novità. Mi mettono ansia, paura, non saprei.

Sarebbe anche tempo di smetterla e magari fare come quel gabbiano laggiù, che ha puntato la sua preda e andrà sino in fondo. Io, invece, mi fermo sempre un po’ prima, quasi allo scadere del match. E ricomincio, palla al centro. Chi ci sarà dall’altra parte stavolta? Chi sarà l’avversario di turno? Intendo sfidare soprattutto l’amore. Sì, proprio in questo modo (…)

Continua a leggere QUI 

 

Ringrazio Giuseppe Bello Roma per la stupenda foto!

 

Le mie poesie, i miei pensieri, i miei racconti. Presto…qui!

Ciao 🙂

Come ben sapete amo scrivere, comunicare, dire ciò che sento e penso mediante la scrittura. Le parole che scorrono su un foglio (o su uno schermo) rappresentano al meglio ciò che sono e desidero. Ho tanta di quella roba scritta nel corso degli anni…racconti brevissimi, pensieri sparsi, poesie.

Alcune ‘creazioni’ sono online in e-book (M’ama non m’ama), quella ‘migliore’ (almeno credo!) è convogliata nel libro “Sogni Pizzicati”. Tutte le altre sono gentili invasori della mia casa, e soprattutto della mia vita. Ci ho pensato un po’ e ho deciso di…far invadere loro anche questo spazio, il mio blog!

Componimenti inediti e altri editi (quelli appunto contenuti nell’e-book) troveranno approdo qui, a breve.

Nella speranza che possiate apprezzarli e magari condividerli, dando così una mano alla sottoscritta, per essere letta e, perché no, criticata.

Grazie 😉

L’ingiusto ruolo degli abbracci

È così in coppia. Gli abbracci finiscono nel dimenticatoio, vengono ripescati solo in casi di estrema necessità, assumendo, all’occorrenza, l’ingiusto ruolo. Ti abbracciano per consolarti, rincuorarti, salutarti, dirti addio. Che crudeltà. L’abbraccio dovrebbe scendere in campo solo per le cose belle.

Un pensiero tratto dal mio racconto “Sogni Pizzicati

Sogni copertina

Per saperne di più seguite la pagina Facebook Sogni Pizzicati di Veronica Notaro

Vorreste acquistarlo? Chiedete pure informazioni! 

😀

Varzi Notes, quaderni creativi per sognatori

Ciao 🙂

oggi vi presento il bellissimo mondo di Varzi Notes.

Sì, si tratta di ‘note’, dunque quaderni da utilizzare per appunti, frasi, pensieri, ma non si presentano di certo nella classica veste. Sappiamo tutti che taccuini e quaderni sono utilissimi per chi lavora, studia, ha l’abitudine di appuntare ciò che accade, ciò che pensa. Insomma, accessori e oggetti di questo tipo, assieme a una penna o a una matita, rappresentano gli strumenti di chi ama scrivere, ‘segnare’ e, perché no, sognare.

Io più che appuntarci impegni, appuntamenti, scadenze, e simili, amo scriverci frasi personali (o prese dai libri che leggo o dal web), aforismi, pensieri vaganti…o ancora adoro usarli per scriverci poesie, aneddoti, racconti. Io e la scrittura siamo due mondi così legati che…in borsa non manca mai un quaderno, un taccuino, un diario o un’agenda.

Per questo sto amando tantissimo i due ‘note’ di Varzi Notes che ho avuto il piacere e l’onore di avere tra le mie mani! Ma a rendere ancora più speciali per me, e per voi, questi quaderni non è solo la loro destinazione d’uso, che resta sempre molto personale, bensì anche il loro aspetto, moderno e retrò al tempo stesso. I quaderni in questione sono colorati, ‘ricchi’, ‘preziosi’, grazie alle stampe, ai tessuti, ai disegni, ai colori che li vestono. Portarli con sé oppure custodirli gelosamente a casa per sé diventano piaceri doppi grazie alla loro particolarità.

Questi sono i miei due quaderni…non li trovate stupendi?

I colori sono ‘vivi’, i tessuti ‘accoglienti’…invitano a scrivere! I materiali impiegati sono di qualità e la cura dei dettagli è ben visibile. La carta utilizzata è piacevole al tatto e ogni singolo particolare fa di questi accessori veri e propri scrigni in cui custodire pensieri, foto, ricordi, frasi, poesie, racconti, e tutto quello che siamo o vorremmo essere.

Le fantasie sono davvero tante, così come i tessuti impiegati: tartan, macramé, cashmere, e altri ancora…

Interamente fatti a mano incitano alla manualità creativa dello scrivere e ‘raccogliere’ parte di noi. Cosa desiderare di meglio?

 

Segui il creativo mondo di Varzi Notes qui:

sito web www.varzinotes.com

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