Il bello che, semplicemente, accade.
E ti ritrova, ti coccola.
Il bello che, semplicemente, accade.
E ti ritrova, ti coccola.
Due va oltre il semplice uno più uno.
È il risultato di una somma estesa che guarda avanti.
Giorno, fiorire.
Notte, sognare di fiorire.
Pasqua é rinascita. É un fiore che prende il sole e dice “la vita riparte”.
Esserci, con promesse tacite, guardando in avanti, che ora è guardare all’oggi.
Con appuntamenti virtuali, quasi automatici, lievi abitudini che regalano un breve ritorno alla normalità.
Esserci adesso, senza guardarsi negli occhi, senza toccarsi e viversi, non è semplice. Non è una cosa da niente.
Esserci in questo momento è dirsi arrivederci, a presto, senza sapere il quando.
Esserci non è una bugia, è verità, tangibile, seppur in corsa lungo una linea telefonica.
Esserci non è utopia, ma un incontro forse molto più vero di quelli reali e passati.
Esserci più tardi, tornare domani, e poi chissà…
Il mare risponde, anche da lontano, lo avverto. Complici i gabbiani che volano sulla mia testa, in direzione dell’amico blu.
Vorrei volar via con loro.
Chissà quanto batter d’ali occorre per raggiungere le onde e non dimenticare mai che esiste sempre l’urgenza di amare?
Nonostante tutto, la natura ha un pensiero costante per noi: la bellezza c’è.
Ricordiamolo, sempre.
Andrà tutto bene. Ce lo ripetiamo da un po’. È il nostro mantra.
Lo sussurriamo, alle volte poco convinti.
Lo pronunciamo, immaginando di avere il mare davanti, che placa, ammorbidisce, promette.
Lo promettiamo a noi stessi, agli altri, allo specchio. A tutte le sfumature che, nella solitudine forzata, stanno emergendo tra i tanti interrogativi: chi eravamo? chi siamo? E, soprattutto, chi saremo?
C’è chi la sussurra, chi la invoca, chi la desidera, chi la chiama a gran voce, chi la auspica, chi la attende. E c’è chi la esprime, un po’ in anticipo, perché sa essere primavera da sé.
Come panni stesi ad asciugare…