Pensieri sparsi: “L’urgenza di amare”

Il mare risponde, anche da lontano, lo avverto. Complici i gabbiani che volano sulla mia testa, in direzione dell’amico blu.

Vorrei volar via con loro.

Chissà quanto batter d’ali occorre per raggiungere le onde e non dimenticare mai che esiste sempre l’urgenza di amare?

mare

Pensieri sparsi: “Il dolce magico”

paticcio

Isabella se ne stava seduta sulla panchina, indispettita dal mondo intero. A scuola aveva ricevuto l’ennesimo brutto voto e rischiava di perdere l’anno.

Ma il rischio che più la tormentava era quello di perdere la propria famiglia. I suoi non facevano che litigare, si tradivano, e ne era certa, non avrebbero retto a lungo. Ben presto avrebbero divorziato. E lei? Lei era troppo giovane per essere sposata, ma aveva già alle spalle qualche storia andata male. I suoi diari erano pieni di frasi di rivolta, alternati a poesie mielose e cuori e teschi. Quando affermava qualcosa sul suo stato d’animo, tutti le facevano notare che in fondo aveva solo 17 anni, quindi che ne poteva sapere della sofferenza e della tristezza?

Non doveva fare i conti con un lavoro stressante né con la responsabilità di dover mantenere una famiglia. Doveva solo pensare a vestirsi bene, truccarsi in modo pesante, essere alla moda, fare gli occhi dolci ai ragazzi più grandi, ascoltare musica con l’mp3 e, magari, sognare ogni tanto.

Ma cosa avrebbe voluto fare da grande? Alle volte ci pensava. Le sarebbe piaciuto restare lì su quella panchina anche da adulta. Assaporare ogni giorno un pasticciotto stando semplicemente col sedere sul sedile ferroso e un po’ arrugginito. Sentire la crema invadere la bocca e non pensare ad altro, se non a gustare al meglio il dolce prelibato e tradizionale della sua terra, il Salento. E poi riflettere sulle parole della nonna, che da qualche mese non c’era più e alla quale era stata molto legata.

Quando i suoi erano a lavoro, passava ore ed ore con la nonna materna, parlando del più e del meno, e gustando il pasticciotto, ovvero il dolce magico, come lo chiamava sua nonna.

Faceva i capricci? Ecco che spuntava il dolce portentoso e si rimetteva tutto a posto. Si sentiva triste? Beh, la tristezza volava via già al solo vedere la nonna che attraversava la strada per andare a comprarle le paste, ossia pasticciotti e altre dolci prelibatezze, al piccolo bar di fronte casa.

Tra i vari ricordi, mentre era seduta su quella panchina, pensava costantemente alla possibile, ma  forse alquanto improbabile, magia del dolce in questione. In quel momento, e in tanti altri, ne avrebbe avuto bisogno. Un po’ come in tutti quei pomeriggi dopo scuola: si sedeva sempre alla “sua” panchina, come se l’avesse prenotata e la gente lo sapesse, dato che la trovava sempre, o quasi, libera, tutta per lei.

Nei tiepidi pomeriggi di maggio cercava le risposte ai piccoli grandi tormenti della sua giovane età. Maggio era il suo mese preferito: la scuola stava per finire, le giornate cominciavano ad apparire più lunghe e luminose e fare serene passeggiate per la città era così piacevole!

Tra piazze, chiese, vicoli e palazzi baciati dal sole e dalla pietra leccese, e tra fontane, archi, facciate dalle forme barocche, pronte a catturare ad abbracci o a morsi i passanti, lei pensava. Bene o male, non le importava. Pensava ed era la cosa che le riusciva meglio. Ciò le permise di giungere a una conclusione: da grande avrebbe fatto la pensatrice. Chissà, da qualche parte nel mondo, una professione del genere poteva anche esistere per davvero. Avrebbe dovuto solo fare i conti con la nostalgia del pasticciotto, della pizzica, dei suoni e dei colori che invadevano le strade di quello che era il suo habitat naturale e, qualche volta, il suo cuore.

La mia foto dell’estate 2017

Come ogni anno pubblico sul blog la mia foto dell’estate!

Di fotografie ne ho scattate parecchie…ma condivido qui questa…

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L’ho scattata a fine agosto a Santa Maria al Bagno, frazione del comune di Nardò (Le) dal lido BagnoMaria. Davvero un bel posto!

Il mare di notte è ancora più bello, non trovate? 😉

 

A tu per tu con l’autrice Maria Stella Falco

Lecce. Maria Stella Falco, classe ’89, di Ruffano, ha appena pubblicato la sua opera prima “Due tempi, due donne, due stralci di storie” (Youcanprint). Il percorso di studi dell’autrice emergente, senza dubbio, è stato molto legato al capoluogo barocco.

Infatti, dopo il diploma presso il Liceo delle Scienze sociali, nel 2008, ha conseguito la laurea triennale (2011) e magistrale (2013) in Lettere Moderne presso l’Unisalento. Durante gli studi universitari Maria Stella ha avuto modo di soddisfare il suo interesse per le materie psico-pedagogiche e didattiche, sostenendo alcuni specifici esami a scelta. Entrambe le sue tesi di laurea, nell’ambito disciplinare della Letteratura italiana contemporanea (cattedra del Prof. A. L. Giannone, del quale l’autrice dice “ha sempre creduto in me, incoraggiandomi“), sono l’esito della sua attività di ricerca sulle tematiche sociali della disabilità e della marginalità nel contesto della letteratura e del cinema contemporaneo. Inoltre, ha avuto la possibilità di partecipare ad altri percorsi formativi, in ambito universitario e non, inerenti tali interessi. Ora studia per conseguire la Laurea Triennale in Servizio Sociale.

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