Molti amori nascono davanti a un caffè. Tanti al suono di quel semplice invito a condividere una tazza fumante, mentre il mondo attorno prosegue pensando ai fatti suoi.
Gli amori scintillano nelle gocce scure, ritmando i tempi di una timida conversazione. E acquistano coraggio, forza e spontaneità.
Gli amori necessitano di bere, di tremare e poi scaldarsi, davanti a un caffè. E di essere sempre con le guance arrossate, mentre la porcellana tintinna e gli occhi luccicano.
Anche la felicità può far paura. Quell’attimo prima del suo arrivo ci allarma, alle volte. Ci mette in guardia. Perché, si sa, la felicità non è per sempre, come non lo è niente.
E così ci diciamo: “Vale la pena acciuffarla se poi dura poco e vola via?”
Il timore ci porta a rispondere di no. Ma i no spesso sono nemici della felicità. Implicano limiti, paletti, mezze misure e una serie di insicurezze che fanno vacillare buoni propositi e sogni.
La prossima volta sarà un sì. Nulla lo vieta. E se la paura torna a bussare, meglio non aprire la porta e lasciare entrare aria, sole e vita dalla finestra. Sorridendo. Perché, si sa, la felicità non è per sempre, ma per esserci, almeno per un po’, ha bisogno della nostra luce.