Un bacio. E un altro ancora.
All’angolo della bocca ho un sogno, catturalo.
Nel sorriso ho un fiore, coglilo.
Nella voce ho sillabe di pazienza, abbracciale.
Attendi un po’, guardandomi negli occhi.
E poi un bacio. E un altro ancora.

Un bacio. E un altro ancora.
All’angolo della bocca ho un sogno, catturalo.
Nel sorriso ho un fiore, coglilo.
Nella voce ho sillabe di pazienza, abbracciale.
Attendi un po’, guardandomi negli occhi.
E poi un bacio. E un altro ancora.
Aveva quella bellezza tipica dei temporali estivi:
esplodeva all’improvviso, senza permettere riparo,
rinfrescando anche i corpi più stanchi,
eliminando ogni traccia di siccità dai volti.
Dietro queste mani quanti brividi cercano di volare via?
Il tempo di un applauso per noi che, nonostante tutto,
ci guardiamo negli occhi e ci diciamo “a domani”.
Mamma è dolcezza,
quando ha tra le mani consigli preziosi, vestiti da cioccolatini.
Mamma è futuro,
quando la sua voce ha il rumore del mare che è suono per il nostro domani.
Mamma è saggezza,
quando indica la strada, ci cammina accanto e disperde sassolini lungo la via perché è importante sapere da dove siamo partiti.
Mamma è consapevolezza,
quando tira a lucido la casa ma ancor prima i cuori perché parte tutto da lì.
Mamma è amicizia,
quante confidenze sussurrate e quante non dette ma ugualmente sapute?
Mamma è bellezza,
sempre, quando piove e quando c’è il sole.
Mamma è poesia,
perché il suono del suo nome supera la grandezza di qualsiasi verso.
Mamma è amore,
puro, incondizionato, senza paura.
Mamma è tutto questo, ma anche molto di più.
È un mondo migliore, da ringraziare.
Sono frammenti e granelli questi amori.
Sono molliche di un panino buttato via dopo aver ringraziato per esso.
Ecco, voleva l’Amore. Lo inseguiva? No.
Lo bramava, semplicemente, come si brama qualcosa di fresco e dissetante sotto il sole cocente.
Breve dichiarazione d’amore in musica
Inevitabile follia
Chi tifa Inter ha una folle consapevolezza, quella di seguire con tutto il cuore una squadra pazza. Una compagine in grado di sprofondare e risalire, cadere e rialzarsi, perdersi e ritrovarsi. Per chi da piccolo detestava il su e giù dell’altalena, per chi apprezza i colpi di scena solo nei film d’azione, per chi non accetta di buon grado le sfumature (infinite) della vita…beh, l’Inter non è proprio la squadra giusta.
Perché con Lei è un prendere o lasciare. Non è un partner da voler o poter cambiare. È una follia da cui non si può guarire. Una pazzia che ti fa perdere la pazienza, ti fa cambiare canale, ti porta a dire “basta, non guarderò più una partita…non si può”. Invece, un attimo dopo ti ritrovi lì a capire che si può eccome! Semplicemente non potresti fare a meno di questa fede, pazza, ma pur sempre fede.
Non sono una signora
L’Inter non è una signora. Non è la Signora. L’Inter non è paragonabile a nessuno. Non si cambierebbe con nessuno. É umana, proprio come chiunque, vero, ma ha un suo pensiero, una propria strada, spesso fatta di alti e bassi, ma quando sale lo fa per davvero. Lo insegnano il Triplete. Il “Di serie B non ho memoria”. Ce lo ricordano le citazioni celebri. La sua nascita, 110 anni fa. Non è una da “tutte stelle nella vita”.
Ma, ammettiamolo pure, raggiungere le stelle, toccarle con un dito, facendosi spazio tra qualche nuvola, ha decisamente più gusto. Vero?
Tutto il resto è noia
Noi interisti siamo fatti così. Il calcio è bello tutto, certo, ma tutto il resto è noia. Vuoi mettere il nero e l’azzurro in campo? Vuoi mettere le palpitazioni senza controllo? Vuoi mettere incavolarsi, dannarsi, mandare al diavolo (non quello rossonero!) e poi fare pace con la promessa di non litigare più…sino alla gara successiva?!
E penso a te
Appuntamento col moroso. C’è il maxi schermo al pub …e penso a te. Scorro le notizie, alla ricerca di qualche news interessante …e penso a te. Quando mi capita un fidanzato nerazzurro?! E penso a te. Che uomo, che campione Zanetti, eterno Capitano…e penso a te. La festa in Piazza, con i colori del cielo e della notte, la lacrime di Mou e Matrix…e penso a te. Il Divin Codino, che è stato anche nostro, e penso a te. Il Fenomeno, che basta da solo, non occorre aggiungere altro, e penso a te. L’indefinibilità di Recoba by Cuper, e penso a te. Luis Figo con la maglia del Portogallo “ma perché l’Inter non lo compra?” e penso a te. L’arrogante talento di Ibra, e penso a te. Le punizioni di Roberto Carlos, e penso a te. Walter Zenga onnipresente nel toto-allenatore, e penso a te. La grinta e la delusione di Icardi nel post Inter-Juve…e penso a te.
Rotolando verso Sud
Ma perché sei del Sud e tifi per una squadra del Nord? Seguire un club che non appartiene in maniera stretta al territorio d’origine non significa non amare squadre della propria terra, in fondo “Se nu te scierri mai delle radici ca tieni rispetti puru quiddre delli paisi lontani! Se nu te scierri mai de du ede ca ieni dai chiu valore alla cultura ca tieni!” E il Lecce è volato in B.
E perché proprio l’Inter? Leggere dall’inizio, please.