Non sono una signora! Amo l’Inter

Breve dichiarazione d’amore in musica

 

Inevitabile follia

Chi tifa Inter  ha una folle consapevolezza, quella di seguire con tutto il cuore una squadra pazza. Una compagine in grado di sprofondare e risalire, cadere e rialzarsi, perdersi e ritrovarsi. Per chi da piccolo detestava il su e giù dell’altalena, per chi apprezza i colpi di scena solo nei film d’azione, per chi non accetta di buon grado le sfumature (infinite) della vita…beh, l’Inter non è proprio la squadra giusta.

Perché con Lei è un prendere o lasciare. Non è un partner da voler o poter cambiare. È una follia da cui non si può guarire. Una pazzia che ti fa perdere la pazienza, ti fa cambiare canale, ti porta a dire “basta, non guarderò più una partita…non si può”. Invece, un attimo dopo ti ritrovi lì a capire che si può eccome! Semplicemente non potresti fare a meno di questa fede, pazza, ma pur sempre fede.

Non sono una signora

L’Inter non è una signora. Non è la Signora. L’Inter non è paragonabile a nessuno. Non si cambierebbe con nessuno. É umana, proprio come chiunque, vero, ma ha un suo pensiero, una propria strada, spesso fatta di alti e bassi, ma quando sale lo fa per davvero. Lo insegnano il Triplete. Il “Di serie B non ho memoria”. Ce lo ricordano le citazioni celebri. La sua nascita, 110 anni fa. Non è una da “tutte stelle nella vita”.

Ma, ammettiamolo pure, raggiungere le stelle, toccarle con un dito, facendosi spazio tra qualche nuvola, ha decisamente più gusto. Vero?

Tutto il resto è noia

Noi interisti siamo fatti così. Il calcio è bello tutto, certo, ma tutto il resto è noia. Vuoi mettere il nero e l’azzurro in campo? Vuoi mettere le palpitazioni senza controllo? Vuoi mettere incavolarsi, dannarsi, mandare al diavolo (non quello rossonero!) e poi fare pace con la promessa di non litigare più…sino alla gara successiva?!

 E penso a te

Appuntamento col moroso. C’è il maxi schermo al pub …e penso a te. Scorro le notizie, alla ricerca di qualche news interessante …e penso a te.  Quando mi capita un fidanzato nerazzurro?! E penso a te. Che uomo, che campione Zanetti, eterno Capitano…e penso a te. La festa in Piazza, con i colori del cielo e della notte, la lacrime di Mou e Matrix…e penso a te. Il Divin Codino, che è stato anche nostro, e penso a te. Il Fenomeno, che basta da solo, non occorre aggiungere altro, e penso a te.  L’indefinibilità di Recoba by Cuper, e penso a te. Luis Figo con la maglia del Portogallo “ma perché l’Inter non lo compra?” e penso a te. L’arrogante talento di Ibra, e penso a te. Le punizioni di Roberto Carlos, e penso a te. Walter Zenga onnipresente nel toto-allenatore, e penso a te. La grinta e la delusione di Icardi nel post Inter-Juve…e penso a te.

Rotolando verso Sud

Ma perché sei del Sud e tifi per una squadra del Nord? Seguire un club che non appartiene in maniera stretta al territorio d’origine non significa non amare squadre della propria terra, in fondo “Se nu te scierri mai delle radici ca tieni rispetti puru quiddre delli paisi lontani! Se nu te scierri mai de du ede ca ieni dai chiu valore alla cultura ca tieni!” E il Lecce è volato in B. 

 

E perché proprio l’Inter?  Leggere dall’inizio, please.

Osvaldo e i suoi look

Osvaldo non è certo il tipo che ama passare inosservato, anzi. Infatti, i suoi svariati look, caratterizzati da eccentricità, creatività e stravaganza, lo presentano come un personaggio che adora essere ‘commentato‘. Cosa lo distingue dagli altri giocatori? Semplice. Cura il suo modo di vestire (e apparire) in maniera dettagliata, non necessariamente seguendo la tendenza dominante del momento (come magari fanno altri, tra cui Balotelli).

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Zanetti, il vero fenomeno del calcio

Zanetti lascia il calcio giocato. Con la Lazio la sua ultima partita a San Siro. In rete i tributi si rincorrono, segno che la frase C’è solo un Capitano calza alla perfezione per l’argentino, un po’ come le scarpette compagne di vita e di cavalcate lungo la fascia.

Questo tributo risale a tre anni fa. Si tratta di una lettera indirizzata dall’ex tecnico nerazzurro Gigi SimoniEl Tractor, pubblicata nel settembre 2011 sul sito ufficiale dell’Inter per celebrare le 757 presenze in campo di Javier Zanetti.

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Quel 5 maggio (nerazzurro) con occhi da adolescente

Quel 5 maggio da adolescente

Ho cercato tra i “vecchi” ricordi delle scuole superiori: diari, quaderni, libri e fogli affollano tutto lo spazio a disposizione, mescolandosi con quelli più recenti degli anni dell’università.

E proprio tra quel mucchio di ricordi, e tra le pagine non ancora ingiallite, ho trovato un tema realizzato per uno dei tanti compiti in classe di italiano, anno scolastico 2001-2002.

Ho sempre amato scrivere, quindi quello che per alcuni era il temutissimo tema, con le perfide tracce dettate dalla professoressa, per me costituiva una vera e propria gioia.

Potevo esprimere le mie opinioni, il mio pensiero e la mia passione, appunto, scrivendo.

Mancava poco più di un mese alla fine di quel secondo anno all’Istituto tecnico commerciale e, molto probabilmente, quello sarebbe stato l’ultimo compito di italiano prima della tanto attesa estate.

Nelle settimane precedenti avevamo dato molto spazio agli articoli di giornale, alla loro struttura, alle caratteristiche e allo stile, dunque non era difficile prevedere che almeno una traccia si sarebbe incentrata su questo tipo di testo.

Non avevo dubbi: se ci fosse stata davvero la possibilità di scrivere un articolo di giornale e raccontare una notizia all’interno del tema, lo avrei fatto parlando di calcio.

Almeno non mi sarei più limitata alle consuete battutine in classe con i compagni e ai “processi del lunedì” tra i banchi di scuola.

Avrei scritto di calcio, mia grande passione, e avrei portato a termine il compito con la consapevolezza di aver trattato un argomento a me molto caro.

Ma quell’anno, dal punto di vista calcistico, fu assai strano. Insomma, le mie previsioni svanirono nel nulla. Ci fu la traccia sull’articolo di giornale, scrissi di calcio, commentando proprio l’ultima giornata del Campionato, ma, ahimè, non ebbi la possibilità di scrivere appieno ciò che mi sarebbe piaciuto tanto scrivere.

I sogni della mia squadra del cuore, che prima dell’ultimo match di stagione, era in testa alla classifica, naufragarono.

Mi ritrovai a scrivere e a commentare il “5 maggio” noto nella storia del calcio italiano, con amarezza e delusione.

Ed è questo ciò che ne venne fuori:

 

INTER: LA FINE DI UN SOGNO

Scudetto alla Juve, Roma seconda, Inter terza.

Si è conclusa la stagione calcistica: sorprese e delusioni nella 34.ma giornata.

 

Fin dall’inizio del Campionato Inter in testa alla classifica, grazie ai suoi giocatori e al tecnico Hector Cuper, arrivato in questa stagione a Milano.

Molti pensavano che quest’anno fosse stato l’anno fortunato per i nerazzurri, che non vincono lo Scudetto dall’89. E invece, pur arrivando all’ultima giornata primi in classifica, con un punto in più sulla Juventus e due sulla Roma, non sono riusciti ad ottenere ciò che meritavano.

Gli stadi hanno fatto il “tutto esaurito”, soprattutto quelli “decisivi”: “Olimpico”, “Delle Alpi” e “Friuli”.

Già nei giorni precedenti erano partite le polemiche nei confronti degli arbitri, anche loro “decisivi” per l’andamento degli ultimi 90 minuti di questa stagione e per l’assegnazione del titolo di “Campioni d’Italia”: Paparesta a Roma per Lazio-Inter; Treossi a Torino per Torino-Roma; Rodomonti a Udine per Udinese-Juventus.

L’Inter scende in campo con la seguente formazione: Toldo in porta; Cordoba, Materazzi, Javier Zanetti e Gresko in difesa; Cristiano Zanetti, Di Biagio, Conceicao e Recoba al centrocampo; Ronaldo e Vieri in attacco.

Il tecnico argentino convinto sino alla fine, ha voluto concentrarsi sulla “sua” partita, indipendentemente da quelle  che dovevano disputare Juventus e Roma.

A poche ore dall’inizio di Lazio-Inter ha dichiarato che la squadra non si era lasciata influenzare dalle dichiarazioni altrui, pensando solo a prepararsi per realizzare una buona prestazione contro i biancocelesti.

Alle ore 15, come di consueto, hanno avuto inizio le partite in modo tranquillo. Il primo goal arriva da Udine, con la Juventus che passa in vantaggio dal 1’ con il francese Trezeguet e successivamente con Del Piero.

I bianconeri si trovano primi in classifica, ma per poco, perché l’Inter passa di nuovo in vetta grazie al goal di Bobo Vieri all’11’.

Ed è naturalmente festa per i tantissimi tifosi nerazzurri che hanno “invaso” lo stadio Olimpico, dove l’anno prima aveva trionfato in Campionato la Roma, squadra che in questa stagione aveva da tempo perso le speranze di riproclamarsi “Campione d’Italia”.

La festa dei tifosi interisti si arresta dopo 8 minuti: la Lazio pareggia con Poborsky.

La partita continua a tenere tutti col fiato sospeso: l’Inter passa nuovamente in vantaggio al 23’ con l’ex giallorosso Di Biagio.

A pochi minuti dalla fine del primo tempo, la Lazio riesce a riacciuffare l’Inter con lo stesso Poborsky, a causa di un errore commesso dal difensore nerazzurro Gresko.

Terminano tutti i primi 45 minuti e la vittoria dello Scudetto sembra essere già nelle mani della Juventus, che chiude semplicemente una partita che l’Udinese non prova neppure a rimontare.

Riprendono le partite con buone notizie per i bianconeri, perché la Lazio, sorprendendo tutti, va in goal con l’ex nerazzurro Simeone e dopo con Simone Inzaghi.

Giungono al termine  così gli ultimi 90’ che hanno dato gioia e dolore allo stesso tempo, dalle lacrime del “Fenomeno” Ronaldo alla soddisfazione dei dirigenti bianconeri.

Ed è subito festa a Torino con i tifosi che non credevano, ma speravano, nel 26° Scudetto.

La Roma, vincendo contro il Toro con goal di Cassano, arriva seconda ad un punto dallo Scudetto, mentre l’Inter, pur disputando un ottimo Campionato, si accontenta, per modo di dire, del terzo posto.

Guardando dall’altra parte della classifica troviamo le quattro retrocesse in serie B: Verona, Lecce, Fiorentina e Venezia.

La squadra salentina, unico club che in questa stagione ha rappresentato il Sud, non è riuscita come nello scorso anno a salvarsi in extremis, pur avendo sostituito il tecnico Cavasin con Rossi.

Indubbiamente questo Campionato è stato ricco di polemiche, veleni e, ascoltando i tifosi dell’Inter, di ingiustizie nei confronti della propria squadra.

In molti danno la colpa al tecnico Cuper che sembra non riuscire a trionfare nelle fasi e nelle gare finali e decisive, dato che è successo la stessa cosa in Spagna con il suo ex club, il Valencia.

Ora la società nerazzurra deve concentrarsi sul prossimo anno, con nuovi acquisti, mirando a campioni per completare la squadra che, nonostante tutto, ha dimostrato di avere grinta, coraggio e talento.

Il calcio, anche stavolta, ci ha dimostrato che non bisogna mai dare nulla per scontato e occorre lottare sino alla fine.

 

Termina così la cosiddetta “brutta copia” di quel tema scritto da me adolescente, e che ho ritrovato, forse a conferma della passione che avevo e che ho per lo sport in questione.

Magari i punti di vista e le conclusioni ora potrebbero essere diversi, anche in virtù di quanto emerso negli anni successivi, e che ha certamente “imbrattato” il nostro calcio di negatività ed indignazione, ma pazienza.

Tornando alla squadra che allora seguivo, e seguo con amore tuttora, mi sarebbe piaciuto trovarmi a scrivere un tema su qualche altra data importante, ma non triste come il 5 maggio 2002; prima su tutte: 22 maggio 2010.

 

Forza Zanetti!

Le parole di Javier Zanetti, il Capitano dell’Inter, sull’infortunio di ieri e sul suo futuro: “Ciao a tutti, ringrazio tutti i tifosi, i colleghi chi mi è stato vicino in questo momento. Questo fa parte del nostro mestiere. Penso già all’operazione e alla riabilitazione per tornare a giocare. C’è questa convinzione nella mia testa. Farò tutto con calma per guarire bene e poi rendermi disponibile per qualsiasi cosa. Ho subito capito che si trattava di qualcosa di grave e che poteva essere il tendine. E’ stata una giornata sfortunata. Fa parte del mio mestiere, è arrivato ora, a quasi 40 anni e prima non ho mai avuto infortuni gravi. In serenità cercherò di guarire e di stare meglio. Dicono che è difficile ricominciare a quest’età? Ognuno può dire quello che vuole. Io voglio guarire bene, guarirò grazie al nostro staff medico che è uno dei migliori, voglio tornare per giocare. Almeno un’altra partita davanti ai miei tifosi la voglio fare e mi auguro di farne anche più di una. Cosa ho detto ai miei compagni? Hanno dimostrato tanto affetto. Erano dispiaciuti di quanto accaduto, li ringrazio, ma bisogna stare vicino a questi ragazzi, in questo finale di stagione difficile in cui siamo contati. Io sarò un tifoso in più e loro cercheranno di qualificarsi, dando il massimo, all’Europa League. Tanti auguri dagli avversari? Vuol dire che la mia carriera è stata una carriera dove tutti hanno apprezzato il mio comportamento dentro e fuori dal campo e questa testimonianza mi fa piacere. Il gol più bello? Parigi, un trofeo importante. Sono pochi i gol, ma per me sono importanti. Grazie a tutti i tifosi per l’affetto, da quando sono arrivato in Italia mi avete sempre fatto sentire come un figlio”.

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Inter e Milan, ridiamo che è meglio!

Da nerazzurra non posso che essere delusa per le prestazioni della squadra, alquanto deludenti!

C’è chi ci crede ancora (non in tanti penso) ma l’indole interista ci porta a sperare in qualche ripresa…e sperare non costa nulla, peggio di così…

Tuttavia ho intenzione di riderci un po’ su. Ci vuole. Non pensiamoci più.

Ecco due battute per dimenticare (o almeno provarci, con qualche risata) la prestazione pessima degli uomini di Stramaccioni col Siena e il rigore inesistente portato a segno da Balotelli contro l’Udinese.

Fiorello, stamattina a Rtl 102.5: I giocatori dell’Inter hanno il conto al Monte dei Paschi di Siena e non hanno voluto infierire vista la difficile situazione in corso…

Gene Gnocchi, ieri sera a Domenica Sportiva: Berlusconi ha detto che oltre all’Imu restituirà anche il rigore all’Udinese!