Ciao 🙂
col racconto VINO E VERSI ho partecipato alla 7a edizione del Premio Eno-Letterario Santa Margherita.
Non ho vinto ma…pazienza!
Vi va di leggerlo? Eccolo:
Vino e versi
Attraverso il rosso fiammante nel calice, la guardava. Capelli lunghi, grandi orecchini scintillanti sotto le lanterne del ristorante all’aperto. Ogni tanto infastidita da qualche zanzara affamata e insistente. Ogni tanto distratta dai suoi pensieri, certamente più numerosi delle gocce di zampillante vino bianco presente nel suo bicchiere, desideroso di accompagnare il secondo di pesce che la giovane aveva ordinato.
Era in compagnia di un uomo, ma pareva sola. Anzi, era insieme ai prodotti della sua mente, ma a cosa pensava? Forse al fatto di volersi trovare altrove?
Intanto lui, il ragazzo appassionato di vino rosso, la osservava a distanza di diversi metri. Lui sì che era solo, fisicamente e con l’anima. Ma fortunatamente, nonostante il suo solito troppo pensare, quella sera l’unico pensiero era sapere qualcosa su quella ragazza, magari carpendo qualche informazione dai suoi movimenti, dal modo in cui beveva e mangiava.
Era appassionata di vino come lui? Probabilmente sì, ma dirlo con certezza gli era impossibile. In fondo sorseggiare un calice di vino non implicava un amore incondizionato per la bevanda in questione.
E quell’uomo chi era? Suo marito o il suo fidanzato? Pareva ci fosse una certa differenza di età tra loro, ma ancora maggiore era la distanza di pensiero. Ne era certo: non si parlavano, non si guardavano e tantomeno si sorridevano. L’unica compagnia era quella del cibo e del vino. Ciò bastava a scaldarle il cuore? Nel suo caso alle volte bastava. Si trovava a viaggiare tanto per lavoro, da solo, a dormire in hotel, qualche volta in banale e superficiale compagnia di letto, che il giorno dopo era pressoché un vago ricordo, proprio come il giaciglio disfatto.
Una relazione seria non l’aveva con una donna, bensì col suo lavoro. Glielo dicevano tutti. Tuttavia, non se ne turbava, era giovane, amava vivere così, in attesa di incontrare quella giusta.
E se fosse la ragazza seduta lì quella giusta? La parte mancante della sua vita vacillante e ancora tutta da definire? Che sciocco pensare a questo. Gli bastava vedere una bella donna imbronciata, davanti a un calice di vino bianco per viaggiare in tal modo con la fantasia?
Di immaginazione ne aveva eccome. Anche questo glielo dicevano tutti. Da sempre lo esortavano a scrivere un romanzo fantasioso, perché aveva tutte le carte in regola per farlo. Ma a lui piaceva la poesia, più che la prosa e, inaspettatamente, prese la sua piccola agenda dalla tasca dei jeans. Impugnò la minuscola matita in essa incorporata e iniziò a centellinare versi. Mente scriveva restò stupito lui stesso da quell’impulso irrefrenabile di scrivere e poetare. Gli capitava di scrivere in luoghi improbabili e di essere colto da improvvisa ispirazione, ma non in quel modo. Non era in grado di fermarsi, doveva necessariamente versare ogni goccia di emozione sul foglio candido e, fino a poco prima, immacolato. Che gioia e che sollievo. Mandò giù l’ultimo sorso di rosso e completò la sua poesia. Si volse e guardò in direzione della giovane che, evidentemente, lo aveva ispirato senza neppure sospettarlo. Lei non c’era più e, a causa della sua riconosciuta fervida immaginazione, ipotizzò di averla solo vista nella sua mente. Ma poco gli importava. La poesia c’era, almeno quella era reale e viva tra le pagine di quel piccolo mondo di pensieri impropriamente chiamato agenda. Poteva essere la fine di una serata d’estate, l’inizio di una ritrovata e autentica ispirazione, o ancora l’input di un romanzo. Lo dicevano tutti, anche il vino. Ecco, si sarebbe potuto intitolare proprio così.