Un passo tratto dal mio romanzo breve Sogni Pizzicati magistralmente letto da Mario Cutrì, autore teatrale, attore e conduttore radiofonico.
Lo trovate QUI
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Un passo tratto dal mio romanzo breve Sogni Pizzicati magistralmente letto da Mario Cutrì, autore teatrale, attore e conduttore radiofonico.
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Pasqua é rinascita. É un fiore che prende il sole e dice “la vita riparte”.
Esserci, con promesse tacite, guardando in avanti, che ora è guardare all’oggi.
Con appuntamenti virtuali, quasi automatici, lievi abitudini che regalano un breve ritorno alla normalità.
Esserci adesso, senza guardarsi negli occhi, senza toccarsi e viversi, non è semplice. Non è una cosa da niente.
Esserci in questo momento è dirsi arrivederci, a presto, senza sapere il quando.
Esserci non è una bugia, è verità, tangibile, seppur in corsa lungo una linea telefonica.
Esserci non è utopia, ma un incontro forse molto più vero di quelli reali e passati.
Esserci più tardi, tornare domani, e poi chissà…
Il mare risponde, anche da lontano, lo avverto. Complici i gabbiani che volano sulla mia testa, in direzione dell’amico blu.
Vorrei volar via con loro.
Chissà quanto batter d’ali occorre per raggiungere le onde e non dimenticare mai che esiste sempre l’urgenza di amare?
Nonostante tutto, la natura ha un pensiero costante per noi: la bellezza c’è.
Ricordiamolo, sempre.
Andrà tutto bene. Ce lo ripetiamo da un po’. È il nostro mantra.
Lo sussurriamo, alle volte poco convinti.
Lo pronunciamo, immaginando di avere il mare davanti, che placa, ammorbidisce, promette.
Lo promettiamo a noi stessi, agli altri, allo specchio. A tutte le sfumature che, nella solitudine forzata, stanno emergendo tra i tanti interrogativi: chi eravamo? chi siamo? E, soprattutto, chi saremo?