Quel 5 maggio da adolescente
Ho cercato tra i “vecchi” ricordi delle scuole superiori: diari, quaderni, libri e fogli affollano tutto lo spazio a disposizione, mescolandosi con quelli più recenti degli anni dell’università.
E proprio tra quel mucchio di ricordi, e tra le pagine non ancora ingiallite, ho trovato un tema realizzato per uno dei tanti compiti in classe di italiano, anno scolastico 2001-2002.
Ho sempre amato scrivere, quindi quello che per alcuni era il temutissimo tema, con le perfide tracce dettate dalla professoressa, per me costituiva una vera e propria gioia.
Potevo esprimere le mie opinioni, il mio pensiero e la mia passione, appunto, scrivendo.
Mancava poco più di un mese alla fine di quel secondo anno all’Istituto tecnico commerciale e, molto probabilmente, quello sarebbe stato l’ultimo compito di italiano prima della tanto attesa estate.
Nelle settimane precedenti avevamo dato molto spazio agli articoli di giornale, alla loro struttura, alle caratteristiche e allo stile, dunque non era difficile prevedere che almeno una traccia si sarebbe incentrata su questo tipo di testo.
Non avevo dubbi: se ci fosse stata davvero la possibilità di scrivere un articolo di giornale e raccontare una notizia all’interno del tema, lo avrei fatto parlando di calcio.
Almeno non mi sarei più limitata alle consuete battutine in classe con i compagni e ai “processi del lunedì” tra i banchi di scuola.
Avrei scritto di calcio, mia grande passione, e avrei portato a termine il compito con la consapevolezza di aver trattato un argomento a me molto caro.
Ma quell’anno, dal punto di vista calcistico, fu assai strano. Insomma, le mie previsioni svanirono nel nulla. Ci fu la traccia sull’articolo di giornale, scrissi di calcio, commentando proprio l’ultima giornata del Campionato, ma, ahimè, non ebbi la possibilità di scrivere appieno ciò che mi sarebbe piaciuto tanto scrivere.
I sogni della mia squadra del cuore, che prima dell’ultimo match di stagione, era in testa alla classifica, naufragarono.
Mi ritrovai a scrivere e a commentare il “5 maggio” noto nella storia del calcio italiano, con amarezza e delusione.
Ed è questo ciò che ne venne fuori:
INTER: LA FINE DI UN SOGNO
Scudetto alla Juve, Roma seconda, Inter terza.
Si è conclusa la stagione calcistica: sorprese e delusioni nella 34.ma giornata.
Fin dall’inizio del Campionato Inter in testa alla classifica, grazie ai suoi giocatori e al tecnico Hector Cuper, arrivato in questa stagione a Milano.
Molti pensavano che quest’anno fosse stato l’anno fortunato per i nerazzurri, che non vincono lo Scudetto dall’89. E invece, pur arrivando all’ultima giornata primi in classifica, con un punto in più sulla Juventus e due sulla Roma, non sono riusciti ad ottenere ciò che meritavano.
Gli stadi hanno fatto il “tutto esaurito”, soprattutto quelli “decisivi”: “Olimpico”, “Delle Alpi” e “Friuli”.
Già nei giorni precedenti erano partite le polemiche nei confronti degli arbitri, anche loro “decisivi” per l’andamento degli ultimi 90 minuti di questa stagione e per l’assegnazione del titolo di “Campioni d’Italia”: Paparesta a Roma per Lazio-Inter; Treossi a Torino per Torino-Roma; Rodomonti a Udine per Udinese-Juventus.
L’Inter scende in campo con la seguente formazione: Toldo in porta; Cordoba, Materazzi, Javier Zanetti e Gresko in difesa; Cristiano Zanetti, Di Biagio, Conceicao e Recoba al centrocampo; Ronaldo e Vieri in attacco.
Il tecnico argentino convinto sino alla fine, ha voluto concentrarsi sulla “sua” partita, indipendentemente da quelle che dovevano disputare Juventus e Roma.
A poche ore dall’inizio di Lazio-Inter ha dichiarato che la squadra non si era lasciata influenzare dalle dichiarazioni altrui, pensando solo a prepararsi per realizzare una buona prestazione contro i biancocelesti.
Alle ore 15, come di consueto, hanno avuto inizio le partite in modo tranquillo. Il primo goal arriva da Udine, con la Juventus che passa in vantaggio dal 1’ con il francese Trezeguet e successivamente con Del Piero.
I bianconeri si trovano primi in classifica, ma per poco, perché l’Inter passa di nuovo in vetta grazie al goal di Bobo Vieri all’11’.
Ed è naturalmente festa per i tantissimi tifosi nerazzurri che hanno “invaso” lo stadio Olimpico, dove l’anno prima aveva trionfato in Campionato la Roma, squadra che in questa stagione aveva da tempo perso le speranze di riproclamarsi “Campione d’Italia”.
La festa dei tifosi interisti si arresta dopo 8 minuti: la Lazio pareggia con Poborsky.
La partita continua a tenere tutti col fiato sospeso: l’Inter passa nuovamente in vantaggio al 23’ con l’ex giallorosso Di Biagio.
A pochi minuti dalla fine del primo tempo, la Lazio riesce a riacciuffare l’Inter con lo stesso Poborsky, a causa di un errore commesso dal difensore nerazzurro Gresko.
Terminano tutti i primi 45 minuti e la vittoria dello Scudetto sembra essere già nelle mani della Juventus, che chiude semplicemente una partita che l’Udinese non prova neppure a rimontare.
Riprendono le partite con buone notizie per i bianconeri, perché la Lazio, sorprendendo tutti, va in goal con l’ex nerazzurro Simeone e dopo con Simone Inzaghi.
Giungono al termine così gli ultimi 90’ che hanno dato gioia e dolore allo stesso tempo, dalle lacrime del “Fenomeno” Ronaldo alla soddisfazione dei dirigenti bianconeri.
Ed è subito festa a Torino con i tifosi che non credevano, ma speravano, nel 26° Scudetto.
La Roma, vincendo contro il Toro con goal di Cassano, arriva seconda ad un punto dallo Scudetto, mentre l’Inter, pur disputando un ottimo Campionato, si accontenta, per modo di dire, del terzo posto.
Guardando dall’altra parte della classifica troviamo le quattro retrocesse in serie B: Verona, Lecce, Fiorentina e Venezia.
La squadra salentina, unico club che in questa stagione ha rappresentato il Sud, non è riuscita come nello scorso anno a salvarsi in extremis, pur avendo sostituito il tecnico Cavasin con Rossi.
Indubbiamente questo Campionato è stato ricco di polemiche, veleni e, ascoltando i tifosi dell’Inter, di ingiustizie nei confronti della propria squadra.
In molti danno la colpa al tecnico Cuper che sembra non riuscire a trionfare nelle fasi e nelle gare finali e decisive, dato che è successo la stessa cosa in Spagna con il suo ex club, il Valencia.
Ora la società nerazzurra deve concentrarsi sul prossimo anno, con nuovi acquisti, mirando a campioni per completare la squadra che, nonostante tutto, ha dimostrato di avere grinta, coraggio e talento.
Il calcio, anche stavolta, ci ha dimostrato che non bisogna mai dare nulla per scontato e occorre lottare sino alla fine.
Termina così la cosiddetta “brutta copia” di quel tema scritto da me adolescente, e che ho ritrovato, forse a conferma della passione che avevo e che ho per lo sport in questione.
Magari i punti di vista e le conclusioni ora potrebbero essere diversi, anche in virtù di quanto emerso negli anni successivi, e che ha certamente “imbrattato” il nostro calcio di negatività ed indignazione, ma pazienza.
Tornando alla squadra che allora seguivo, e seguo con amore tuttora, mi sarebbe piaciuto trovarmi a scrivere un tema su qualche altra data importante, ma non triste come il 5 maggio 2002; prima su tutte: 22 maggio 2010.