Ho avuto il piacere di fare qualche domanda a Roberto Farnesi…
leggete QUI la mia intervista per Totem Giornale

Ho avuto il piacere di fare qualche domanda a Roberto Farnesi…
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Dal 9 al 13 Febbraio, presso il salone HairColorMalià di Matteo Indino, Colore, Taglio, Piega e Trattamento a soli 49€ invece di 56€.
Per le donne accompagnate dal loro uomo, Taglio Omaggio per Lui!
Per info e prenotazione appuntamenti chiamare al 3475558769 e chiedere della Promo San Valentino!
Vi ho già parlato della professionalità del salone in questione QUI
Si trova in via E. Estrefallaces 12 a Lecce.
Cosa aspettate? 😉
Il brand Kartika ha lanciato una collezione speciale in vista delle feste. Eleganza e originalità a Natale e nell’ultimo giorno dell’anno, per vivere appieno le festività e salutare il 2015 e dare il benvenuto al 2016 nel migliore dei modi, con stile e unicità.
Kartika è un marchio dell’azienda Lusi, la quale nasce da un’esperienza pluriennale nel settore della confezione “donna giovane” e si concretizza in collezioni che esprimono pienamente il trend della moda italiana.
Il nome del brand “KARTIKA” intende esprimere la femminilità piena delle donne che vivono al 100% la loro quotidianità. Il successo di questo brand si fonda su alcuni elementi primari, quali la qualità del prodotto che inizia prima di tutto dalla scelta di materiali ricercati, innovativi, dagli aspetti inediti, esaltati da linee d’avanguardia in sintonia con le tendenze più nuove e con un appeal decisamente internazionale.
La produzione è interamente “Made in Italy”, realizzata con tessuti e filati acquistati in Italia
A chi si rivolge Kartika?
Senza dubbio alla donna interessata alle tendenze moda, che cerca sempre qualcosa di bello e particolare da indossare, per sentirsi bella, sexy, ma anche a proprio agio.
Ogni anno KARTIKA propone due collezioni e due capsule composte da circa 120 articoli, nelle quali ogni singolo elemento, dal capospalla al pantalone, dalla camicia al top, dalla maglieria all’accessorio è ideato per essere abbinato agli altri.
E proprio una delle capsule collection di quest’anno è dedicata alla feste e ai possibili outfit da indossare nei giorni di festa. Nelle foto sotto, scattate dal bravissimo fotografo Giuseppe Bello Roma, vedrete diverse mise indossate dalla modella Deborah Loparco (li ringrazio entrambi tantissimo per la disponibilità e la professionalità!).
Location degli scatti il negozio Crio, che si trova in via Imbriani 13 a Lecce. Le titolari Catia e Maria Rosaria portano avanti con grinta ed entusiasmo una bella realtà commerciale, dedicata all’abbigliamento e agli accessori donna, attiva da ben 25 anni. Crio vende i capi Kartika (anche quelli presenti nelle foto) e segue il brand da sempre, apprezzandone lo stile e la costante voglia di essere al passo coi tempi. Inoltre, la clientela di Crio ama ciò che Kartika propone, in particolare i pantaloni dotati di ottima vestibilità.
I pezzi della collezione speciale delle feste sono dominati dal colore nero, simbolo per eccellenza dell’eleganza. Non mancano però i dettagli rossi e bordeaux e tanti piccoli elementi in grado di rendere unico ogni capo e così ogni look: apertura profonda sulla schiena, pizzo, voile, ricami in rilievo, spilla ‘stravagante’ e luccichii in lurex.
Nel dettaglio…
L’abito da moderna Cenerentola dark


La sexy tuta con i must di stagione (pizzo, ricami, pantaloni ampi, apertura sulla schiena…)
La maglia scintillante (grazie al lurex) e la gonna-tutù, per un look d’effetto
L’abito ‘sorpresa’: che contrasto tra la semplicità del davanti e la ricchezza dei dettagli sulla schiena!
Segui le novità del mondo Kartika sulla pagina Facebook ufficiale KARTIKA
In quest’intervista tutta la passione e la dolcezza del cake design, raccontato dalla salentina Sabrina Adamo.
Quando ha avuto inizio la tua passione per il cake design?
Esattamente il 23/3/13, due anni fa, al 1° compleanno della piccola Ginevra. Insieme a mia sorella e alla mamma della piccola organizzammo una festicciola dove ognuno di noi portava un dolce. Non avevo mai messo le mani in pasta così decisi di fare la cosa più semplice…dei biscotti. Pensai che erano tristi..così comprai il mio primo panetto di pasta di zucchero e vivacizzai i biscotti rendendoli dei goffi animaletti. Quello è stato il mio primo appuntamento con la pasta di zucchero. Poi, come ogni grande storia d amore, la passione cresce conoscendosi giorno per giorno…
Sei un’autodidatta o hai frequentato scuole/corsi?
Ho iniziato da autodidatta, così per tutto il primo anno. Poi quando l’amore è cresciuto, ho sentito l’esigenza di coccolare e curare questa mia passione. Così nel luglio scorso ho frequentato un corso con Paola Azzolina di ‘Torte d’Autore’. La mia musa ispiratrice! Dalla quale conto di ritornare al più presto. Inoltre, sono costantemente affiancata dal parere di una professionista, Donatella Cazzato, che con consigli e suggerimenti mi indica la miglior soluzione.
Cosa ti piace di più creare e in cosa ti senti più ferrata e in cosa senti di dover migliorare?
Penso che ogni cake designer, di qualsiasi livello, ha una grande fortuna: tirare fuori il proprio mondo interiore e crearlo in zucchero. Per questo io adoro creare torte per bambini e creare tutto ciò che ha a che fare con serenità, colore, spensieratezza. Questo perché sono grande solo anagraficamente! (ride ndr) Ma anche una torta per bambini può essere elegante e raffinata se si aggiungono elementi in ghiaccia. E questo, purtroppo, è il mio più grande limite, ma sto studiando per rimediare!
Cosa rappresenta il cake disegn per te e cosa ti ha dato sinora?
Cosa rappresenta? La voce della bimba che è in me. Da piccola mi chiedevano sempre cosa volessi fare da grande…avevo sempre un’unica risposta: da grande farò la bambina. Ecco. Il cake design è il modo per esserlo. E tu dai ad una bimba il modo di essere serena…e sarà un’ adulta più forte.
Come è coltivare questa passione (e/o lavoro) per una mamma e moglie? Incontri delle difficoltà nel conciliare tutto?
Passiamo alla domanda successiva! Lavoro il doppio. Lavoro sempre. È difficilissimo per una donna coltivare una passione, non perché i figli o la famiglia siano un ostacolo, ma perché noi donne abbiamo un difetto quando crediamo e amiamo ciò che facciamo: non ci fermiamo mai.

A quali ‘opere’ realizzate finora sei più affezionata e perché?
Le amo un po’ tutte perché tutte escono dalla mia mente e dalle mie mani. Ma quella che adoro di più è “Santa pazienza“. Basta guardarla e capire il perché del nome! E la pazienza è la mia più grande virtù e il mio più grande difetto.
Quali sono i tuoi progetti futuri nel campo?
I miei progetti futuri? Sicuramente migliorare sempre più…e poi…schhh non lo dico…

Seguite la pagina Sabrina Adamo SWEET ART per scoprire tutte le bellissime creazioni della cake designer salentina!

Tonalità differenti, schiariture a mano libera sulla base della morfologia, andando a tonalizzare o colorare il resto, per un risultato estremamente naturale, privo dell’antipatico ‘effetto ricrescita’. E’ lo SHADE COLOR che si distingue dal degradè perché quest’ultimo è più vicino all’attaccatura e conferisce più movimento.


Per chi desidera un effetto più naturale possibile, Shade Color è l’ideale!
Come sottolinea Cristian Bottazzo, titolare del salone Lounge parrucchieri Philosophy (a Lecce in via San Domenico Savio, 2 – telefono 0832 318138), che offre, tra i tanti servizi e trattamenti, anche la tecnica di colorazione Shade Color.
Essa, nell’atto pratico, si realizza mediante olio schiarente e colorazione a base di henné (oppure altre tipologie di colore con oli naturali).


La colorazione nel salone Lounge, non solo per la particolare tecnica in esame, si realizza mediante l’utilizzo di prodotti sensibili e delicati, quali colori ad olio, contenenti il 60% di oli colorati, per garantire risultati naturali nonché l’effetto di un colore semipermanente, senza nickel, con copertura al 100% dei capelli bianchi. Il tutto mediante il connubio Organic Base Color + attivatore in crema privo di allergeni. In tal modo i capelli sono colorati, ma anche protetti e non danneggiati.
Se si opta per una colorazione a base di henné, vero e proprio rito di benessere per tutti i tipi di chiome, i capelli saranno lavati, asciugati, per poi passare all’applicazione dell’henné (con mani o pennello). Esso sarà lasciato in posa per venti minuti riscaldato dal vapore o da un’altra fonte di calore, e altri venti minuti per raffreddare, per un totale di 40 minuti d’azione. Successivamente di nuovo vapore, shampoo e i capelli vengono districati, tramite spazzola o pettine in legno.


Ogni trattamento è arricchito dall’utilizzo degli ottimi prodotti Philip Martin’s, di cui Lounge è anche concept store.
Leggete gli altri articoli che ho dedicato al salone Lounge:
Il mio trattamento idratante e sensoriale da Lounge parrucchieri Philosophy
Ciao 🙂
QUI vi ho parlato della mia esperienza presso il salone Lounge parrucchieri Philosophy di Lecce che è stata, oltre che piacevolissima, molto utile per raccogliere informazioni sul marchio Philip Martin’s, di cui il suddetto salone è concept store, e sui vari servizi offerti da Cristian Bottazzo e il suo staff.
Tra questi c’è il taglio verticale. Non ne avevo mai sentito parlare prima e, devo ammettere, che mi ha incuriosito non poco.
Come mi ha spiegato lo stesso titolare di Lounge, la particolare tipologia di taglio in esame va a lavorare all’interno del capello, con un movimento in verticale delle forbici. In base al risultato desiderato, vengono effettuate delle spinte in entrata o in uscita.
Indipendentemente dalla piega realizzata al momento dell’asciugatura, grazie al taglio verticale i capelli appaiono sin da subito più morbidi, gestibili, definiti e con una propria naturale direzione, come se fossero già in piega.
Pertanto, il taglio verticale consente di ottenere ottimi risultati anche quando ci si asciuga da sole i capelli in casa, realizzando una piega fai da te o aiutandosi semplicemente con le mani, senza utilizzare la spazzola.
Inoltre, è l’ideale per conquistare del volume in più, a partire dalla radice.
Non male, vero?
Cosa aspettate a provarlo?
Emanuele Fracella, nato e vissuto a Lecce, è diventato nel corso degli anni, grazie alla sua passione e al suo impegno, uno dei principali punti di riferimento in Puglia di quella che è l’affascinante arte del Wing Tsun.
Arte di autodifesa, il cui tratto fondamentale è il “contatto” fisico con l’avversario, il Wing Chun Kuen, fu creato secondo la leggenda, dalla monaca buddista Ng Mui, dopo essere sfuggita alla distruzione del monastero di Shaolin. Secondo altre fonti invece, si deve la sua nascita a Yan Yonchun, sua figlia. Con il passare del tempo si è poi diffuso in Cina e nel resto d’Europa, soprattutto grazie ai sapienti insegnamenti di grandissimi maestri quali Yip Man, Leung Ting, Bruce Lee e Allan Fong, per citare solo alcuni esempi.
In Italia, uno dei maggiori rappresentanti di questa arte, è proprio Emanuele Fracella, diventato Sifu nel 2007, dopo anni di studi in Europa a contatto con i migliori maestri. Il suo amore per questa arte e la sua tenacia lo hanno portato poi a fondare una sua associazione, l’ IWTKA (Italian Wing Tsun Kung Fu Association), il cui monito che la contraddistingue è quello di mantenere intatti i principi e gli insegnamenti legati alla scuola del G.G.M. Leung Ting.
Ad oggi la sua scuola vanta non solo tantissimi allievi, ma anche numerose sedi che, soprattutto in questi ultimi anni, sono nate e si sono diffuse non solo a Lecce ma in tutto il Salento.
Com’è entrato in contatto con questa arte? Cosa l’ha subito colpita?
Erano gli anni ’70, periodo in cui iniziavano a nascere e circolare molti film sulle arti marziali. La passione per questo mondo ed in particolare per quello della Cina, l’ho avuta sin da piccolo e proprio questa mi ha spinto sempre di più alla ricerca di un’arte che fosse per me logica. Negli anni ho studiato moltissime arti marziali, cercando sempre quella che si potesse adattare alla mia struttura fisica non molto alta e possente. Quando ebbi la fortuna di incontrare il Wing Tsun me ne innamorai subito! Per la prima volta vidi la possibilità, in un sistema basato su principi logici e tecniche pratiche, di dare ad una persona la possibilità di potersi difendere e di poter padroneggiare quella realtà così lontana da noi.
Cosa l’ha spinta a farne di questa arte il suo mestiere?
É successo quasi per caso. Avevo bisogno di potermi allenare il più possibile e questo mi ha costretto sempre di più a trascurare altre cose. Inoltre da un lato, aumentava il numero degli allievi e ciò mi portava a spendere quasi tutto il mio tempo nell’insegnamento; dall’altro sentivo la necessità di diffondere sempre di più questa meravigliosa arte. Fondando la mia federazione sono riuscito a realizzare questo sogno che oggi per me è anche un lavoro e mi sento fortunato nel poterlo condividere con tanti praticanti.
É stato difficile mantenere intatti i principi e gli antichi insegnamenti del Wing Tsun, senza lasciarsi influenzare dalla natura occidentale?
È indubbio che noi occidentali abbiamo un filtro che è dato dalla nostra cultura. Il Wing Tsun, come le arti marziali orientali, è basato sulle filosofie di quel mondo: taoismo, buddismo, confucianesimo. Il vero problema sta nel coniugare i principi filosofici con la realtà e la difficoltà più grande è stata per me entrare nell’ottica di un mondo così diverso dal mio per averne quindi una chiara lettura. Proprio per questo motivo ho dovuto sforzarmi non solo nello studio con i miei maestri, ma leggere anche testi sacri che facevano parte di quella cultura. Ancora oggi il mio maestro mi bacchetta quando il pensiero occidentale è dominante ma, per fortuna, la semplicità del sistema che studio mi e ci aiuta a coniugare l’aspetto tecnico con quello culturale.
Come si sposa questa arte di autodifesa, l’unica ad essere stata creata da una donna nel XVIII secolo, con le esigenze della donna nel XX secolo?
Indipendentemente dal periodo storico, il Wing Tsun è uno strumento molto attuale. La struttura fisica non è cambiata molto nel tempo, quindi una tecnica che funzionava estremamente bene tanti anni fa, può ancora essere utilizzata con lo stesso fine. Nel Wing Tsun ritengo che le donne siano molto più avvantaggiate, proprio perché è un’arte creata da donne e quindi sviluppata a misura di donna. La praticità e la realisticità del suo sistema aiutano inoltre a fare i conti con una realtà, quella di un’aggressione, che è assolutamente attuale, e proprio per questo trova un ottimo consenso da parte del pubblico femminile.
Nonostante il difficile periodo socio-economico che l’Italia sta attraversando, questa disciplina sta continuando a diffondersi. Quali pensa siano i motivi e quali i suoi punti di forza?
Come non innamorarsi del Wing Tsun! É un’arte marziale così bella che al di là del suo intento principale, quello di doversi difendere, ci fa comprendere molte cose del nostro corpo. Ci insegna a “rallentare”, ad andare contro corrente, perché come sappiamo le cose fatte bene richiedono tempo. Questo modo di insegnare e di accostarsi a questa disciplina, fa sì che sempre più persone vi si appassionino a volte così tanto che arriva a essere una vera e propria “droga” a cui diventa difficile rinunciare. Ritengo che il Wing Tsun riscuota ancora tanto successo in questo periodo, non solo perché è uno strumento pratico ed efficace, ma proprio perché risulta facile innamorarsene.
Lei in quanto “maestro” nel corso di questi lunghi anni ha insegnato tanto ai suoi allievi. Ma cosa ha imparato da loro?
Non esiste un maestro senza i suoi allievi! Ciò che loro mi danno sono cose bellissime: il loro amore, la loro passione, ed è di quello che mi nutro. Ritengo che un grande artista, che ama davvero la sua arte, tragga la sua linfa proprio da questo e quello che i miei allievi mi trasmettono, fa sì che io mi appassioni ogni giorno di più al mio mestiere. In tutti questi anni ho avuto il grande piacere di poter insegnare questo sistema a tantissime persone. Sono stato ripagato con sorrisi, abbracci, a volte anche degli addii quando la vita li portava lontano. Ma il loro ricordo, il rapporto con loro è sempre vivo e questa è una delle cose più belle che ho vissuto e vivo ancora oggi.
Cosa si augura per il futuro?
Intanto sono lieto di questa intervista perché ogni occasione in cui posso parlare del Wing Tsun è sempre un piacere. Il pensiero va a questa meravigliosa arte, che oltre all’aspetto tecnico, la considero un dono dell’Oriente, che ci permette di capire noi stessi e il nostro legame con l’universo letto attraverso la visione del Tao. Esso ci insegna che la ricerca del Wing Tsun oltre che fisica, è soprattutto spirituale e abbraccia corpo, mente e spirito. Ci insegna che quando si raggiunge l’apice in qualcosa, questo si trasforma nel suo contrario e per questo motivo studiamo l’arte della lotta per non dover mai combattere. Su questi presupposti, immagino un futuro roseo per il Wing Tsun, con l’auspicio che sempre più praticanti si avvicinino a questa disciplina, la apprezzino, la comprendano e la diffondano nel tempo.
L’intervista che avete appena letto è stata realizzata da Erica Santo che ringrazio per la disponibilità. Colgo l’occasione per ringraziare anche il maestro Emanuele Fracella.
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Simone Perrone, 28enne salentino, si è fatto ben conoscere e apprezzare dal grande pubblico grazie alla sua partecipazione a “The Voice”(nel team Pelù), ma la sua carriera artistica potrebbe definirsi a tutti gli effetti ampia e ben matura, in virtù dei percorsi di studio intrapresi nonché delle svariate esperienze musicali vissute dal giovane artista.
Tra queste le vittorie del Free Music Festival (2007) e dell’Heineken Jammin Festival(2011). Nel 2013 arrivano anche i primi successi in veste di autore, dal momento che firma due dei brani presenti nell’album di esordio di un altro salentino, ovvero lo squinzanese Antonio Maggio, con cui collabora nuovamente nel secondo album, firmando sei brani.
Nella primavera del 2015 pubblica il suo romanzo “Spremuta d’arancia a mezzogiorno”, edito da Lupo Editore, abbracciando la scrittura a 360°, e non più solo sul piano musicale. Subito dopo si lega contrattualmente ai produttori Michele Cammarota e Paci Ciotola, con i quali sancisce un vero e proprio sodalizio artistico. Sotto la produzione esecutiva di New Music International, la scorsa estate esce il singolo Il Peggio è Passato, in featuring con Cesko, frontman degli Après la classe. Nelle scorse settimane è uscito un altro brano ricco di spunti di riflessione: SILVIA NON LO SA, ora nelle radio.
Per leggere la mia intervista a Simone Perrone per Totem continua QUI
Ciao 🙂
oggi vi parlo di emozioni VERE…sabato scorso, 22 agosto, sono stata al concerto di Francesco Renga a San Pancrazio Salentino (BR). Ho approfittato della tappa in zona del Tempo Reale Extra Tour. Che dire…è stata una serata altamente emozionante!
Seguo Francesco Renga da anni, lo adoro, l’ho ascoltato dal vivo solo un’altra volta, anni fa a una data (quella di Cavallino, in provincia di Lecce) dei concerti promossi da Coca Cola, in cui c’erano come ospiti sul palco vari artisti, tra cui appunto lui. Già prima di allora amavo le sue canzoni, la sua verve, il suo carisma…da quel momento però il mio entusiasmo verso la sua musica e la sua figura di grande artista è cresciuto!
Ho fatto il tifo per lui ai Sanremo a cui ha partecipato, ho canticchiato sempre i suoi pezzi…durante il concerto di sabato ho potuto guardarmi dentro e dietro: ho rivissuto gli anni dell’adolescenza grazie a brani ‘vecchi’ semplicemente unici, che ai tempi delle scuole superiori e prima, così come adesso, sanno esprimere ciò che provo e chi sono, seppur le ‘epoche’ siano cambiate assai.
‘Ci sarai’, ‘Meravigliosa’, ‘Angelo’, ‘Raccontami’, ‘Un’ora in più’, ‘Ferro e cartone’, ‘Sto già bene’…e tante altre ancora, sino alle canzoni dell’ultimo album… una meraviglia dietro l’altra! Emozioni realmente in Tempo Reale! Tutte cantate a squarciagola dalla sottoscritta e da tutti gli spettatori (numerosissimi!).
Un concerto coinvolgente, con una band davvero in gamba, in grado di regalare sensazioni indimenticabili!
In una location di tutto rispetto e con un’organizzazione ottimale…i miei complimenti vanno anche a Forum Eventi
Bravissimo, come sempre, Francesco Renga…non è da tutti riuscire negli anni a ‘tener testa’ a ciò che il pubblico chiede e a saper calarsi nelle emozioni, nelle gioie e nelle delusioni di ognuno di noi.
Alla prossima! Spero che arrivi presto!