Libri – ‘Le “malattie” del nostro mondo’ di Miriam Spizzichino

Ciao 🙂

Come sapete amo tantissimo leggere…i libri che adoro di più sono sentimentali, ma anche psicologici, ossia letture che invitano a riflettere. Con l’ultimo libro ho avuto il piacere di leggere e scoprire un testo che mi ha colpito molto: si tratta di una raccolta di racconti, pubblicata da youcanprint nel dicembre 2013 (82 pagine, prezzo di copertina euro 10,00 – ebook 2,99) frutto della passione di Miriam Spizzichino. Il suo titolo, denso di significato, è ‘Le “malattie” del nostro mondo‘.

Ecco come si presenta l’autrice:

sono nata il 15 Dicembre del 1993 nella città eterna, la città dei sette colli: Roma. Ho sempre avuto una forte sensibilità per tutte quelle persone che, per la loro “diversità” o “fragilità”, vengono emarginate dal mondo sociale. Decido, quindi, di intraprendere un percorso scolastico, ricco di soddisfazioni, che mi ha portato a prendere la qualifica di ”Operatore dei Servizi Sociali” e il diploma come “Tecnico dei Servizi Sociali”, conseguite presso l’Istituto “V. Gioberti” di Roma. La passione per la scrittura è sempre stata presente nella mia vita, ma non pensavo che potesse diventare un lavoro. Durante gli ultimi anni di liceo, ho avuto modo, grazie alla mia professoressa di Italiano e Storia, di rendere concreti dei miei progetti come gli eventi per la giornata della memoria e degli articoli inerenti per il blog dell’istituto. Queste esperienze mi avevano lasciato la voglia di raccontare il mondo che vedevo e come lo vedevo. Nasce così la mia aspirazione a diventare scrittrice e a buttar giù le prime pagine del libro “Le malattie del nostro mondo”. Attualmente sono iscritta al terzo anno di “Scienze della Comunicazione” presso l’Università di RomaTre e, nel frattempo, ho pubblicato un e-book gratuito, “Racconti di me”, e a fine aprile è uscito il saggio “Diversamente Uguali” in e-book. Tanti i progetti futuri e la voglia di fare che, a quanto pare, non mi manca mai… Sono un vulcano di idee!


Come nasce questa raccolta che tocca tematiche importanti? Miriam lo spiega così:

Il mio libro nasce dalla voglia di raccontare alcuni problemi che continuano ad esistere nella nostra società. Problemi molto spesso ignorati, ma purtroppo esistenti e sentiti dalla maggior parte della popolazione. Problemi che potrebbero riguardare qualsiasi persona accanto a noi: un amico, un parente, un collega. Problemi che portano all’esasperazione e infine, nei casi più rilevanti, al suicidio. Se ne sente parlare spesso al telegiornale o sui quotidiani locali, ma nessuno fa mai qualcosa concretamente. Una volta passata la notizia, scompare anche il velo di indignazione e si ritorna alla vita di prima. Vergognoso! I destinatari del libro sono: Giovani e adulti. I giovani perché sono il nostro futuro e spero che questo libro possa servirgli da “monito”. Noi non siamo quello che la società ci impone di essere. Gli adulti perché, secondo me, anche i più grandi sono ancora in tempo per rimediare. Basterebbe tagliare alla radice il problema. Sarà che vengo da una scuola con indirizzo per i “Servizi Sociali”, ma ho sempre optato per il rispetto reciproco al di là di una qualsiasi diversità. Non mi sono mai presa gioco di un portatore di handicap, non ho mai urlato insulti ad un ragazzo gay. Invece ci sono persone che lo fanno e considerano tutto questo “normalità”. Tra gli adolescenti, un fenomeno molto diffuso è quello del bullismo, piaga che molto spesso sfocia nel suicidio della vittima e nelle lacrime ipocrite del carnefice. Io vorrei porre fine a tutto questo e il mio esordio letterario vuole essere un piccolo contributo per spingere alla riflessione attraverso dei racconti brevi.

Sinossi:

otto storie vissute nel silenzio. Otto malattie da cui il mondo ancora non riesce a guarire. Disturbi alimentari, discriminazione razziale, violenza sulle donne, l’incomunicabilità, l’autolesionismo, la solitudine, il bullismo e la lesbofobia. Racconti brevi per riflettere. E noi siamo ancora in tempo per rimediare?


Parto proprio dalla domanda presente nella sinossi per esprimere il mio pensiero in merito a questo libro. Noi siamo ancora in tempo per rimediare? Senza dubbio i racconti presenti in ‘Le “malattie” del nostro mondo’ invitano alla riflessione su ciò che affligge i tempi moderni e che coinvolge giovani e meno giovani.

Offre svariati spunti di discussione interiore spinti grazie alla genuinità delle considerazioni rabbiose, sofferte, lievi, dolci, che escono dalla bocca dei protagonisti dei racconti. Ogni racconto ha al centro un uomo o una donna pronti a mettersi a nudo, attraverso la descrizione di emozioni, sentimenti, valori, stati d’animo, rapporti con gli altri. Amici, fidanzati e genitori fungono da contorno, ora attivi, ora passivi, di un Io che cerca, in tutti i modi, di farsi notare e, soprattutto, capire e apprezzare per quello che è, dentro.

Credo che letture di questo tipo aiutino a riflettere sul mondo, sull’umanità, sugli altri, certo, ma prima di tutto su noi stessi. Nei racconti di Miriam è facile ritrovare le fragilità, le debolezze e i dubbi di ognuno di noi, così come risulta semplice rivedere nei personaggi la nostra stessa voglia di riscatto. Perché in fondo tutti abbiamo alti e bassi, abbiamo il desiderio di farci comprendere e non solo di comprendere gli altri. Tutti abbiamo la necessità di uscire fuori dal guscio e dire come stanno realmente le cose, nel bene e nel male. E, per chi scrive, questo passaggio dal dentro al fuori avviene mediante il mezzo della scritture, fruttuoso intermediario.

Vi consiglio quest’opera giovane, come la sua autrice, ricca di occasioni: per riflettere, pensare, rispecchiarsi, ‘arrabbiarsi’, acquisire consapevolezza e guardare il nostro mondo in maniera diversa, sapendo che determinate “malattie” sono forti, ben radicate, solide, ma possono essere spazzate via un giorno e quel giorno potrebbe essere oggi, partendo da noi.

 

Link acquisto:

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Booktrailer: https://www.youtube.com/watch?v=gDm7mhpgCjM

Contatti dell’autrice:mispizzi@gmail.comhttps://www.facebook.com/miriamspizzichinopage – @Miriam_Spiz

 

Un mio racconto: ‘Chissà’

Chissà

Chissà se il calcio esiste anche qua, oltre il filo spinato, il fumo scuro in cielo, la polvere grigiastra che copre ogni cosa. Chissà se troverò qualcuno che ci pensa ancora al calcio, nonostante la fatica, l’umiliazione, il duro lavoro, la fame, la morte accanto.

Se ci fosse un pallone, anche malconcio, come me, te, come tutti qua dentro, pur senza righe addosso, né stelle cucite, chi avrebbe la forza di giocarci?

Chi riuscirebbe ad assaporare la libertà di un calcio alla sfera, il brivido di un possibile goal? Chi, col volto scavato, le gambe sottilissime e lo sguardo cupo di dolore e rassegnazione, vorrebbe ricordare i bei tempi passati sui campi da gioco più o meno improvvisati?

Qui forse è meglio dimenticare la vita precedente. Eppure, credo che ci sarà qualcuno disposto a non scordare quel che è stato e che, anzi, proprio grazie al ricordo riesce a tenere viva la fiamma della speranza, come faccio io.

Mio padre ha sempre amato il calcio, da ragazzino ci ha pure giocato per poi mollare tutto. In famiglia erano sei figli, lui il più grande e fu costretto a pensare a cose più ‘serie’, come il lavoro e il pane da portare a casa. Mi sembra di rivederlo, incoraggiarmi a tirare più forte, a drizzare il piede, a metterci maggiore precisione. Sì, lo vedo, ma è solo un’ombra, una visione sbiadita. Non riesco più neppure a vedere il me stesso di qualche mese fa, sorridente, allegro, col pallone attaccato ai piedi e i sogni sulla testa.

 

Intervista a Jessica Brody, autrice di Violet

Quando il volo 121 della Freedom Airlines precipita nell’oceano Pacifico, nessuno si aspetta che ci siano dei superstiti. Così, la notizia di una ragazza ritrovata a galleggiare tra i rottami dell’aereo, praticamente illesa, fa il giro del mondo. Nessuno sa spiegarsi come possa essere sopravvissuta… tantomeno lei. La sua mente è una tabula rasa: non ricorda il proprio nome né nessun avvenimento della sua vita, e non sa spiegare cosa ci facesse su quel volo. Le sue impronte digitali e il suo DNA non si trovano in alcun database, nessuno ha denunciato la sua scomparsa.
Intrappolata in un mondo che non riconosce, con delle abilità che non è in grado di comprendere e ossessionata da una minaccia che è solo un’eco nella sua testa, la ragazza misteriosa si sforza di rimettere insieme i pezzi del proprio passato e scoprire chi è veramente. Ma a ogni indizio seguono nuove domande, e lei non ha abbastanza tempo per trovare le risposte. La sua unica speranza è un ragazzo affascinante, che sostiene di conoscerla da prima dell’incidente e di averla aiutata a fuggire da un esperimento top secret. Ma lei di chi può fidarsi davvero?

Quella che avete appena letto è la sinossi di Violet di Jessica Brody, testo pubblicato in Italia da Fanucci Editore.

L’autrice, ospite al Salone del Libro di Torino, ha risposto alle domande di fan e blogger…c’è anche un mio quesito!

Vi riporto l’intervista a Jessica Brody! Leggetela per conoscere meglio lei e la sua fantastica opera…presto ci saranno delle sorprese per voi! Continuate a seguirmi…

Jessica, parlaci di “Violet”. Come hai avuto l’idea? Da cosa sei stata ispirata?

Nel 2009 ho letto la notizia di una ragazza sopravvissuta a un incidente aereo, aveva 14 anni, tutti gli altri passeggeri morirono e lei fu l’unica sopravvissuta. È stato un evento grave, strano; non esiste alcuna spiegazione su come sia stata l’unica sopravvissuta se non un miracolo. Mi sono posta delle domande come, per esempio, cosa è accaduto alla sua memoria in un momento simile? Era in grado di ricordare il proprio nome o qualche altra cosa? Cosa sarebbe accaduto se il suo nome non fosse comparso sulla lista passeggeri e le sue impronte digitali non fossero state registrate? Mi sono anche chiesta cosa sarebbe successo se lei avesse avuto dei poteri sovrumani. La domanda più importante è stata: qual è la vera ragione per cui è sopravvissuta all’incidente? Queste sono le domande che mi hanno spinta a scrivere il libro.

C’è una ragione precisa dietro la scelta di una protagonista femminile?

Ci sono due ragioni per le quali ho scelto una protagonista femminile. La prima, la più importante, è che io amo leggere storie di giovani donne dal carattere forte. Per questo motivo ho creato il personaggio di una ragazza superiore ma, allo stesso tempo, fragile. Il secondo motivo è che, da donna, questa scelta mi ha permesso di interfacciarmi al meglio con il personaggio. Penso anche che ci siano molti libri con protagonisti maschili e che sia ora di dare voce a più personaggi femminili.

Se potessi entrare nel tuo libro, quale personaggio ti piacerebbe incontrare?

Credo che mi piacerebbe incontrare Cody, il fratello adottivo. Credo che sia un personaggio molto divertente e con una grande personalità.

Hai un qualche particolare oggetto che ti ha tenuto compagnia durante la stesura del libro?

Sono stata a Disney World e ho comprato un tazza da tè. Sono una sognatrice e mi piace fantasticare sulle cose: la chiamo “la mia tazza magica” e ho convinto me stessa che in qualsiasi momento io beva caffè o tè da quella tazza è come se bevessi un succo magico. Ogni giorno mi siedo, sorseggio e aspetto l’ispirazione per scrivere.

Quali canzoni ascoltavi durante la stesura del libro?

Non ricordo con precisione, comunque eccone alcune: Save me di Eminem, A Thousand Years di Christina Perri, Treacherous di Taylor Swift.

Se ti venisse chiesto di salvare un ricordo, prima che la tua memoria venga cancellata, quale salveresti?

Nel libro Seraphina non ricorda la propria identità e cerca di ricordare. Alla fine credo che se la tua memoria viene cancellata, o la perdi, sarà sempre una voce vera, la tua, dentro di te. E in quella bisogna sempre credere.

In questo periodo le trilogie vanno di moda. Il primo libro finisce sempre con un colpo di scena irrisolto, mentre tu hai deciso di scrivere un finale del primo libro soddisfacente. Perché questa scelta?

È una domanda molto interessante. L’idea di concludere un romanzo con un colpo di scena finale che si collega a un secondo libro è utile e affascinante ma, dopo averci pensato, ho deciso di dare una conclusione alla storia, di dare a chi legge la soddisfazione che merita. Mi rende molto felice sentire che i lettori hanno apprezzato questa scelta.

Cosa pensi si dovrebbe fare per avvicinare nuovi lettori ai libri e in special modo ai tuoi romanzi?

Mentre crescevo, durante l’adolescenza, non ero una grande lettrice, ho iniziato a leggere molti libri intorno ai 20 anni. Per me è molto importante scrivere libri e renderli leggibili sia per le persone a cui piace molto leggere sia alle persone che non leggono molto. Per fare ciò ho costruito ogni personaggio con una evoluzione veloce , ogni personaggio ha una sua piccola auto-conclusione o qualcosa che fa capire che la sua storia continuerà. Le persone che leggono il mio libro lo fanno come se vedessero un film, quindi ho voluto scrivere tenendo un ritmo veloce. Penso che ogni tipologia di libro potrebbe avere appeal presso lettori meno “forti” se si tenesse un ritmo alto della narrazione, così da essere percepito più come un film che come un libro.

Violet è intrappolata in un mondo che non riconosce. Pensi che oggi siamo nella stessa condizione? Quali sono le ragioni di questo “comune disagio”?

Credo che Violet si senta intrappolata così come si sentono i ragazzi, maschi e femmine, che attraversano l’età dell’adolescenza. Violet Serafino non è consapevole delle sue potenzialità, in realtà lei è forte più di chiunque altro. Penso che i ragazzi e le ragazze di quest’età non si assentano mai “abbastanza” in ogni tipo di situazione. Quindi in un certo senso si, credo che questa storia sia anche una metafora dei nostri tempi.

Il tuo libro è stato opzionato per il cinema, hai paura che la tua storia verrà travisata?

Non ho paura che la storia possa essere travisato, perché un libro è una cosa diversa da un film. A volte cambiare qualcosa per adattare un libro al film può essere buono, a volte no. Ma credo che sia interessante spendere del tempo a lavorare su questo tipo di trasposizione, posso imparare molto dal mondo del cinema. In ogni caso, qualunque sia l’esito cinematografico, ciò di cui sono certa e mi rende tranquilla è il fatto che il libro non cambierà, rimarrà lo stesso anche se il film sarà terribile (ma non penso), il libro è ancora quello che le persone hanno letto. Una volta visto il film si può sempre tornare al libro, leggerlo e rileggerlo.

Sei coinvolta in qualche modo nella sceneggiatura?

Sono coinvolta nel senso che leggerò la sceneggiatura quando sarà finita, potrò porre questioni e proporre cambiamenti, se lo riterrò necessario. Questo è un processo molto delicato e le persone che stanno lavorando alla trasposizione sono persone che lavorano nel settore cinematografico da molto tempo, quindi aspetto di vedere cosa ne verrà fuori.

Alcune domande più personali: come hai deciso di diventare una scrittrice full time?

Volevo essere una scrittrice già da molto piccola, prima che mi piacesse leggere. Così ho iniziato a creare mondi, intrecci, che non facevo leggere a nessuno. Durante l’adolescenza sentivo di avere un guscio molto piccolo, così ho iniziato a leggere cose che ho amato, anche se c’era qualcosa che non mi soddisfaceva del tutto. A livello pratico ho iniziato a scrivere all’età di sette anni perché avevo una maestra a scuola che ci chiedeva di comporre un paragrafo sui libri che leggevamo, la trovavo una cosa molto semplice in confronto alle altre materie scolastiche.

Ci sono molte blogger, fan e lettrici che amano il tuo libro, la maggior parte sono molto giovani, tantissime vorrebbero diventare scrittrici. Che consigli puoi dar loro? Qual è la tua esperienza?

Credo che diventare scrittrici sia come diventare dottori o avvocati, ci sono anche passaggi noiosi. Per uno scrittore la cosa più difficile, secondo me, è finire un libro. Sviluppare e terminare un libro è molto difficile a differenza di iniziare un libro, che è molto semplice: hai una grande idea, sei ispirata, ami quello che scrivi e pensi che stai scrivendo la cosa migliore del mondo. Poi arrivi a pagina 50, 60 , 70  e pensi che ciò che hai scritto sia orribile, non finirai  mai il libro. Poi, però, succede qualcosa nel tuo cervello: hai una nuova idea che è una gran buona idea, e ritorna la fiducia nella scrittura, pensi che riuscirai a finire. Credo sia sempre importante finire sapendo che puoi avere un altro milione di buone idee. E vorrei aggiungere una cosa: non c’è niente di più sexy che avere una nuova idea. Per quanto riguarda la mia esperienza avevo iniziato a studiare materie economiche e lavorare nel mondo della finanza, un altro mondo, ma non ho mai smesso di esercitare la mia fantasia. Penso che si possa insegnare come scrivere ma l’esercizio della fantasia è un esercizio da compiere ogni giorno. Per quanto riguarda i giovani scrittori credo che la cosa più importante sia far capire loro cos’è lavorare e cosa non è lavorare. Quando si lavora bisogna insistere quotidianamente ed essere determinati. Questo per me è il decimo libro ed ora è facile vedere cosa c’è sbagliato, saper trovare gli errori, ma poi devo sempre confrontarmi con qualcuno, il mio editor per esempio.

Tra poco i lettori italiani leggeranno il secondo libro di “Violet”, vuoi dirci qualcosa su ciò che succederà?

Non dirò molto sul secondo libro, parlerò in codice, ma per chi ha letto “Violet” sarà facile capire di cosa parlo. Nel primo libro c’è un grande colpo di scena ATTENZIONE SPOILER e alla fine di esso Seraphina e Zen scappano da un luogo molto importante. Il secondo libro inizia con il racconto di ciò che avviene sei mesi dopo questa fuga, ovvero il loro arrivo in un posto speciale. Presto però scopriranno che il posto speciale dove sono capitati non è così sicuro e perfetto come sembra. Nuovi pericoli li aspettano. E Diotech, che sta cercando Seraphina, ha uno sviluppo inaspettato farà accadere qualcosa che forse gli consentirà di incastrare Seraphina per portarla indietro.

 

 

Il mio libro: ‘Sogni pizzicati’

Questo post è indirizzato a chi ama leggere e presta attenzione anche agli esordienti.

Io sono senz’altro una esordiente! Ho da poco pubblicato con Youcanprint Sogni Pizzicati, un romanzo breve dedicato ai giovani, all’amore, ai sogni e alla mia terra, il Salento, che amo tantissimo!

Vi riporto qui la sinossi dell’opera:

“Sogni pizzicati” è un romanzo breve che ha come protagonista il 30enne Paolo, milanese con origini salentine. Rimasto prestissimo orfano di madre, vive col padre, assente e molto diverso da lui. Paolo sognerà spesso una donna ballare la pizzica, ballo tipico del Sud e in particolare del Salento. Il sogno si rivelerà, in un certo senso, premonitore, dal momento che il giovane sarà contattato da una cugina di Lecce, che raggiungerà per vedere cosa i parenti materni hanno da dirgli. Nel Salento conoscerà meglio sua madre, i suoi sogni e, mediante tutto ciò, conoscerà meglio se stesso, riuscendo a capire davvero cosa vuole. Non mancherà l’amore. Il sogno iniziale si ripresenterà in maniera differente, aiutando il protagonista a vivere la realtà senza farsi troppe domande.

Vi ha incuriosito?

Se la risposta è sì potete acquistare il libro sul sito di youcanprint e nei vari store online (ibs, amazon, lafeltrinelli, e così via). Trovate la versione cartacea al prezzo di copertina di euro 10,00 e la versione digitale (solo su amazon) a meno di euro 3,00. E’ possibile ordinare il testo anche in libreria!

Per ulteriori informazioni contattatemi pure qui o su Facebook (https://www.facebook.com/veronica.notaro). Ho delle copie da distribuire nelle varie presentazioni e che potrei vendere direttamente io, anche occupandomi di un’eventuale spedizione.

Intanto vi invito a seguire la pagina Facebook dedicata al libro, che trovate QUI, per essere sempre aggiornati su eventi e novità legate a #sognipizzicati.

 

Grazie! 😀

Libri: Per questo ho vissuto di Sami Modiano

“Quel giorno ho perso la mia innocenza. Quella mattina mi ero svegliato come un bambino. La notte mi addormentai come un ebreo.” Come tanti sopravvissuti all’Olocausto, per molti anni Sami Modiano è rimasto in silenzio. In che modo dare voce al dolore di un’adolescenza bruciata, di una famiglia dissolta, di un’intera comunità spazzata via? Nato nella Rodi degli anni Trenta, un’isola nella quale ebrei, cristiani e musulmani convivono pacificamente da secoli, Sami non conosce la lingua dell’odio e della discriminazione. Ma quando le leggi razziali colpiscono la sua terra, all’improvviso si ritrova bollato come “diverso”. E a tredici anni, nell’inferno di Auschwitz-Birkenau, vedrà morire familiari e amici fino a rimanere solo al mondo a lottare per la sopravvivenza. Al miracolo che lo porta fuori dal campo non seguono tempi facili: Sami si ritrova in prima linea con l’esercito sovietico ed è poi costretto a fuggire a piedi attraverso mezza Europa per poi giungere in un’Italia messa in ginocchio dalla guerra. Dopo due anni di lavoretti malsicuri e pessimi alloggi, ma rallegrati dagli amici e dalla scoperta dell’amore, appena diciassettenne Sami sceglie di nuovo di andarsene, questa volta in Congo belga. Qui gli arriderà il successo professionale ma lo attendono nuovi pericoli, allo scoppio della guerra civile. La storia di Sami Modiano è una trama intessuta di addii e partenze alle quali lui ha sempre opposto la determinazione a riappropriarsi delle sue radici (da ibs.it)

Ho avuto modo di leggere ‘Per questo ho vissuto‘ di Sami Modiano di recente (l’ho concluso giusto due settimane fa) e ne sono rimasta molto colpita. Inizialmente, in libreria, a colpirmi erano stati la copertina, la ‘trama’ e la storia dell’autore, sopravvissuto ad Auschwitz-Birkenau. Ho ritrovato la forza di questi elementi durante la mia lettura, ma non solo.

Ad essi sono andati ad aggiungersi il racconto di quanto vissuto da Sami Modiano e dalla sua gente nel terribile periodo storico di riferimento, i sogni infranti, il dolore, la rabbia, la rassegnazione, l’umiliazione, la violenza, la crudeltà, l’incredulità, la non umanità dell’uomo, la speranza, l’amore, la voglia di continuare a vivere, o meglio sopravvivere, nonostante tutto. Il desiderio di raccontare quanto accaduto affinché non potesse ripetersi.

Un libro che mi ha arricchito interiormente, senza dubbio. Un libro che entra a far parte della mia classifica personale dei libri del cuore. Un libro da leggere e rileggere per capire, ricordare, sperare, a dispetto delle avversità quotidiane che nulla sono rispetto a quanto sofferto da Sami e gli altri.

 

Libri: Col corpo capisco di David Grossman

Ciao 🙂

Oggi vi parlo di un libro che ho terminato proprio pochissimi giorni fa: Col corpo capisco di David Grossman.

Dell’autore avevo già letto, qualche anno fa, Che tu sia per me il coltello, testo che mi piacque tantissimo e annovero sempre tra le mie letture preferite. Dunque, avevo voglia di misurarmi con altre opere del medesimo autore, perciò ho puntato su Col corpo capisco.

Mi ha attirato molto il fatto che si trattasse di un libro contenente due racconti lunghi. Solitamente mi ‘butto’ su romanzi anziché su racconti o raccolte di racconti. Insomma, la lettura dell’opera ha avuto inizio partendo dai migliori presupposti eppure…mi ha deluso un po’.

Entrambi i racconti sono incentrati sui temi dell’amore e della gelosia: nel primo il protagonista Shaul racconta della relazione che la moglie ha con un altro uomo e che va avanti da un decennio; nel secondo, invece, la giovane Rotem, al capezzale della madre malata, ripercorre, mediante un suo racconto, il particolare rapporto che anni prima si era instaurato tra la madre, insegnante di yoga, e un allievo adolescente.

Il primo racconto non mi ha entusiasmato, o meglio, mi attendevo un epilogo ben differente. Mentre il secondo ha risollevato le sorti dell’intero libro, dal momento che, proprio grazie ad esso, ho deciso di non bocciarlo del tutto.

Di Grossman amo la capacità di descrivere al meglio l’interiorità dei personaggi, i loro sogni e la loro inesauribile immaginazione. E ciò resta, nonostante questo libro non mi abbia colpito particolarmente.

 

Il mio e-book a soli 0,99 centesimi

Ciao! QUI trovate il mio e-book in vendita su Amazon a soli 0,99 centesimi!

Si tratta di una racconto lungo in cui emergono vari elementi e luoghi: il Salento, il rapporto padre-figlio, la figura materna, l’amore, i dubbi, la famiglia, le proprie origini, i sogni e la pizzica.

S’intitola Sogni Pizzicati. Mi date una mano a farlo conoscere?

Grazie!

Febbre a…90′

Febbre a 90′, capolavoro del britannico Nick Hornby, scrittore e sceneggiatore, classe ’57, che ha raggiunto il successo nel ’92 con il suddetto libro autobiografico.

Cosa c’è di più vero di un testo scritto da un tifoso genuino e autentico? Credo nulla. Sarà anche per questo che Febbre a 90′ è stato così apprezzato, sin da subito, e continua ad esserlo.

Continua a leggere QUI

 

Libri: ‘Gli ingredienti segreti dell’amore’

‘Le coincidenze non esistono. Aurélie Bredin ne è sicura. Giovane e attraente chef, Aurélie gestisce da qualche anno il ristorante di famiglia, Le Temps des cerises. È in quel piccolo locale con le tovaglie a quadri bianchi e rossi in rue Princesse, a due passi da boulevard Saint-Germain, che il padre della ragazza ha conquistato il cuore della futura moglie grazie al suo famoso Menu d’amour. Ed è sempre lì, circondata dal profumo di cioccolato e cannella, che Aurélie è cresciuta e ha trovato conforto nei momenti difficili. Ora però, dopo una brutta scottatura d’amore, neanche il suo inguaribile ottimismo e l’accogliente tepore della cucina dell’infanzia riescono più a consolarla. Un pomeriggio, più triste che mai, Aurélie si rifugia in una libreria, dove si imbatte in un romanzo intitolato Il sorriso delle donne. Incuriosita, inizia a leggerlo e scopre un passaggio del libro in cui viene citato proprio il suo ristorante. Grata di quel regalo inatteso, decide di contattare l’autore per ringraziarlo. Ma l’impresa è tutt’altro che facile. Ogni tentativo di conoscere lo scrittore – un misterioso ed elusivo inglese – viene bloccato da André, l’editor della casa editrice francese che ha pubblicato il romanzo. Aurélie non si lascia scoraggiare e, quando finalmente riuscirà nel suo intento, l’incontro sarà molto diverso da ciò che si era aspettata. Più romantico, e nient’affatto casuale. Con mano fresca, leggera e piena di passione, Nicolas Barreau mescola amore, un pizzico di mistero, lo charme di Parigi e la sensualità della cucina per regalarci una storia tenera e gustosa, che nutre e scalda il cuore’

Questa è la trama di Gli ingredienti segreti dell’amore di Nicolas Barreau, libro che ho letto nelle scorse settimane e che mi è piaciuto tantissimo!

Io amo le storie romantiche, che fanno sognare e che, ovviamente, hanno un lieto fine 🙂

Devo dire che questo libro mi incuriosiva da tempo e, finalmente, circa un mesetto fa mi sono decisa a prenderlo…non ha per nulla deluso le mie aspettative, anzi…tant’è che mi piacerebbe leggere altri lavori dello stesso autore quanto prima.

Tornando alla storia raccontata è romantica e dolce, ma non banale. Insomma, è ben articolata, ricca di equivoci, ‘bugie’ e ostacoli vari.

Libro consigliatissimo!