Ciao 🙂
Oggi vi parlo di un libro che ho terminato proprio pochissimi giorni fa: Col corpo capisco di David Grossman.
Dell’autore avevo già letto, qualche anno fa, Che tu sia per me il coltello, testo che mi piacque tantissimo e annovero sempre tra le mie letture preferite. Dunque, avevo voglia di misurarmi con altre opere del medesimo autore, perciò ho puntato su Col corpo capisco.
Mi ha attirato molto il fatto che si trattasse di un libro contenente due racconti lunghi. Solitamente mi ‘butto’ su romanzi anziché su racconti o raccolte di racconti. Insomma, la lettura dell’opera ha avuto inizio partendo dai migliori presupposti eppure…mi ha deluso un po’.
Entrambi i racconti sono incentrati sui temi dell’amore e della gelosia: nel primo il protagonista Shaul racconta della relazione che la moglie ha con un altro uomo e che va avanti da un decennio; nel secondo, invece, la giovane Rotem, al capezzale della madre malata, ripercorre, mediante un suo racconto, il particolare rapporto che anni prima si era instaurato tra la madre, insegnante di yoga, e un allievo adolescente.
Il primo racconto non mi ha entusiasmato, o meglio, mi attendevo un epilogo ben differente. Mentre il secondo ha risollevato le sorti dell’intero libro, dal momento che, proprio grazie ad esso, ho deciso di non bocciarlo del tutto.
Di Grossman amo la capacità di descrivere al meglio l’interiorità dei personaggi, i loro sogni e la loro inesauribile immaginazione. E ciò resta, nonostante questo libro non mi abbia colpito particolarmente.