Pensieri sparsi, “Aspettative”

Aspettative disgraziate che prendono e mentono all’occorrenza. Giocano a fare le forti, e poi…

Aspettative nuove, ma che son sempre le stesse, a ogni storia, a ogni boccata d’ossigeno, a ogni bacio.

Aspettative agguerrite che colpiscono dritto al cuore, mettono a nudo le pretese e i desideri, andando oltre l’immaginazione.

Aspettative che pugnalano alle spalle, incedono senza timore e si nascono per meglio colpire.

Aspettative che nuotano nel mare del rancore, per comprendere, troppo tardi, che è tutto inutile, è tutto un bluff.

Aspettative che scrutano l’orizzonte dei sogni, lanciandosi sempre un po’ più in là, quel tanto che basta a far credere che non fosse solo un sogno.

Aspettative che ti dicono di non aspettarti proprio nulla, che così si vive meglio, forse a metà, ma meglio.

Aspettative che no aspettano più, hanno deciso loro per te, prima con passi incerti, consigli sussurrati, poi con piedi che si muovono con disinvoltura e voce ferma.

Aspettative che vogliono cambiare nome, strada e battito, per rinascere vere, più sincere, con la speranza di portare a casa ciò che inconsapevolmente promettono.

Pensieri sparsi: “Quanti baci…”

Quanti baci si dichiarano ultimi e invece non lo sono? Non riescono proprio a dirsi addio.

Quanti baci si danno la caccia senza venirne mai a capo? Giocano a nascondino nei boschi dei sentimenti e finiscono col perdersi davvero.

Quanti baci si dicono “torneremo” eppure sanno bene che ritorni non ce ne saranno. Si guarderanno da lontano per realizzare che le bocche resteranno distanti, come le mani, in un arrivederci stantio e bugiardo. 

 

Pensieri sparsi: “Dai retta…”

Le mani. Dai retta alle mani che corrono, alle volte indugiano, più o meno sicure, stringono, per poi svanire in gesti lenti e densi di stupore.

I baci. Dai retta ai baci che placano la siccità emotiva e scavano tra paure e piccole felicità, ricordandoti che l’incontro tra labbra genera illusioni e bagliori.

Gli occhi. Dai retta agli occhi che come spade ti trafiggono e incuranti continuano a guardarti, perché è tutto scritto là, basta solo leggere con attenzione.

Le braccia. Dai retta alle braccia che senza preavviso ti cingono i fianchi quasi a voler dire al mondo intero che ci sei, per davvero.

I sorrisi. Dai retta ai sorrisi che illuminano le mattine, e anche le sere, quando il buio avanza inesorabile, e invano si burla di loro.

Il cuore. Dai retta al cuore che avverte per primo il sapore dell’estate, l’odore dell’emozione, l’eventuale ammacco della sconfitta, e che è lì, nonostante tutto, a dire ‘provaci’.

 

 

 

Pensieri sparsi: “Non illuderti che sarà tutto rose e fiori. Non lo sarà.”

Non illuderti che sarà tutto rose e fiori. Non lo sarà. 

Sarà tuoni e fulmini, alle volte.

Altre inaspettati acquazzoni estivi a ciel sereno.

E altre ancora sorrisi poco accesi e sguardi poco attenti. 

No. Non sarà sempre rose e fiori. Eppure sarà amore.

Lo vedrai nei momenti sereni e in quelli burrascosi. Lo saprai vedere. 

L’amore ha questa splendida capacità: sa farsi vedere. 

Pensieri sparsi: “Un bel ricordo di lei”

Aveva un bel ricordo di lei.  Quei lunghi capelli ricci. Gli occhi profondi, a tratti smarriti. Le camicie a pois, gli orecchini fioriti, il passo incerto, alle volte anche senza tacchi. Le borse capienti per infilarci il mare con tutto il suo orizzonte. Le foto al tramonto che sapevano di verità.

Aveva un bel ricordo di lei. Gli abbracci che erano sempre pochi. Quei baci davvero vissuti. I sorrisi scambiati, senza limiti. Le parole sussurrate e le promesse sigillate da sguardi riservati a loro due.

Aveva un bel ricordo di lei. La sognava quasi ogni notte e teneramente sorrideva per l’intero giorno seguente, ripensando alle visioni notturne. E si preparava al meglio all’incontro successivo, privo di scudi perché il suo obiettivo era giungere spontaneo e accogliere le singole sfaccettature di lui e lei nella dimensione onirica.

Aveva un bel ricordo di lei e lo conservava gelosamente. Eppure lo raccontava, lo distribuiva, in perfetta contraddizione, come solo lui sapeva fare. Desiderava farla conoscere a tutti tramite i suoi racconti. E tutti dicevano “è stato un uomo fortunato”.

Non l’aveva più con sé, poteva solo rivederla nei sogni, raramente nella realtà, da lontano, ma gli restava la fortuna, e il ricordo, di essere stato amato da lei e di averla amata.

Pensieri sparsi: “Siamo anime determinate che sanno volere, sanno amare, e sono capaci di farlo assieme”

Anime

 

Siamo anime coraggiose che guardano il sole senza schermi né filtri.

Siamo anime fragili che singhiozzano dinanzi a ricordi più o meno eterni.

Siamo anime dispettose che giocano a nascondino con i sentimenti, quelli veri.

Siamo anime determinate che sanno volere, sanno amare, e sono capaci di farlo assieme.

Siamo anime incerte che ondeggiano verso la luce, passi insicuri lungo la strada e mani in tasca.

Siamo anime gemelle, definite tali perché, alla fine dei conti, non ci somigliamo poi tanto.

Siamo anime diverse perché solo con le differenze potremo incastrarci non solo a dovere, ma anche ‘a piacere’.

Siamo anime morbide che si perdono in un caldo abbraccio e non hanno paura di ammetterlo.

Siamo anime che baciano la vita, non la prendono a morsi, perché la dolcezza e l’amore salveranno il mondo, e ne sono convinte.

Siamo anime che scivolano via, tra un sorriso, una zampa che trema, una mano che stringe,

una penna che scrive, un flash che scatta, un pennello che ‘detta’ emozioni.

Siamo anime che corrono tra le dune, i castelli di sabbia, le onde spinte dalla tramontana.

Siamo anime che ululano dietro il faro, nascoste tra le torri e le foglie d’ulivo.

Siamo anime, anime soltanto.

Siamo quel ‘niente’ che è tutto. Tracce nell’esistenza. Ma siamo l’importante.

 

 

 

Con questa poesia ho partecipato a Comd’Arte 2017.

Il testo è stato selezionato e pubblicato all’interno di una raccolta.

Pensieri sparsi: “Quel mal d’amore”

Ella lo osservava e leggeva quegli occhi, quel mal d’amore, quel briciolo di tristezza che ogni tanto tornava come una pagliuzza dorata, con lo scopo però di oscurare il mondo attorno.

Ma egli combatteva, resisteva, non voleva rovinare tutto. Non quella volta. Così chiudeva gli occhi, li sfregava con le mani, ruvide e forti, scacciava l’amarezza che ora, proprio ora, non avrebbe dovuto aver la forza di colpire.

Li riapriva, la guardava, “quanto è bella” pensava. E gli occhi sorridevano. Le pagliuzze d’oro riscoprivano un solo compito: amare e farsi amare. 

Pensieri sparsi: “Solo desideri che, senza incrociare le dita, si avverano”

Avevano un punto in comune, seppur lontanissimo, ma era pur sempre una speranza da cui ripartire. Per entrambi rappresentava la stella cometa da seguire con lo sguardo rivolto al cielo. Un arcobaleno da immortalare in mille scatti, dopo la stagione delle piogge. 

Un bacio sulle labbra che, sorprese, tornano vive a respirare, a centellinare la belle emozioni che, come scintilii di Natale, fanno brillare gli occhi, non più liquidi di lacrime, bensì di gioia pura. E c’è da meravigliarsi della liquidità che accomuna due sfere così diverse: dolore e felicità. Ma anche della consapevolezza che ne scaturisce: alle volte le pupille bagnate si accompagnano a sorrisi veri, e incitano agli abbracci, allo sciogliersi dei dubbi, all’annientarsi dei chilometri.

Nessuna separazione dietro l’angolo, solo desideri che, senza incrociare le dita, si avverano.