Ella lo osservava e leggeva quegli occhi, quel mal d’amore, quel briciolo di tristezza che ogni tanto tornava come una pagliuzza dorata, con lo scopo però di oscurare il mondo attorno.
Ma egli combatteva, resisteva, non voleva rovinare tutto. Non quella volta. Così chiudeva gli occhi, li sfregava con le mani, ruvide e forti, scacciava l’amarezza che ora, proprio ora, non avrebbe dovuto aver la forza di colpire.
Li riapriva, la guardava, “quanto è bella” pensava. E gli occhi sorridevano. Le pagliuzze d’oro riscoprivano un solo compito: amare e farsi amare.