Caffè e musica: “Cosa hai messo nel caffè?”

Il caffè…chi non lo ama? Per caritĂ , c’è chi non lo consuma, ma la stragrande maggioranza lo adora e non potrebbe proprio farne a meno…

caffè

Penso a chi studia, lavora, a chi cerca nel caffè un’energia, uno sprint e, perchĂŠ no, una buona dose di ottimismo e positivitĂ !

Il caffè, con il suo aroma, il suo rituale, la sua adattabilitĂ  cosĂŹ versatile a luoghi, occasioni, stati d’animo. Un caffè al bar, nella propria cucina, una tazza a letto, un’altra sul divano o al bancone di quel locale in cittĂ .

letto

Il caffè rende nervosi…dicono. Ma in tanti lo diventano se non lo prendono! E poi c’è chi si domanda cosa ci sia nel caffè…o meglio, cosa ci abbiano messo.

Se l’è chiesto dapprima Riccardo Del Turco, nel 1969, all’interno del disco 45 giri Cosa hai messo nel caffè?/Commedia. Se l’è domandato persino sul palco dell’Ariston al Festival di Sanremo del medesimo anno…

 

E poi si è posto lo stesso quesito Malika Ayane nel 2013…

Da brava salentina, quando penso al caffè, al buon caffè, penso a Quarta Caffè…al suo gusto inconfondibile, alla sua capacitĂ  di far sentire a casa (o quasi) anche chi è fuori, alla sua storia che vi riporto direttamente dal sito ufficiale:

“Quarta Caffè nasce nella Lecce degli anni cinquanta. Gli anni della ricostruzione, del neoralismo e della voglia di ricominciare.

Una piccola torrefazione artigianale con bar di degustazione nel pieno centro della città. Un tostino a mano dalla capacità di cinque chili, una miscela creata con passione e pochi clienti.  

Ben presto quel bar divenne un punto di riferimento per i leccesi e per l’intera provincia, oltre che per tutti gli estimatori di caffè che si trovavano in città. Un via vai continuo di giovani, di donne e soprattutto di militari, in particolare quelli della vicina aerostazione di Galatina. Il colore delle divise degli ufficiali dell’aria divenne ben presto il nome di quel Bar e della storica miscela della Torrefazione Quarta: il Bar Avio e la miscela Avio.

Il Bar iniziò a crescere e furono prodotte le prime eleganti tazzine di caffè con il marchio. Oltre a degustarlo, in molti chiedevano di poter acquistare il caffè in grani per poi consumarlo a casa o per farlo gustare ad amici e parenti lontani. Nacquero le prime confezioni Avio e da quel momento in poi, Quarta Caffè divenne per tutti il caffè del Salento.

Altri bar chiedono di offrire quel caffè cosĂŹ speciale ai loro clienti ed anche le botteghe della provincia vogliono avere il caffè della Torrefazione Quarta. L’azienda cresce insieme al suo territorio, si sostituisce la tostatrice a mano con macchine piĂš grandi, la produzione aumenta a tal punto da dover lasciare la piccola torrefazione in centro e trasferirsi nella zona industriale, in uno stabilimento nuovo e piĂš grande, che è ancora oggi la sede dell’azienda.”

cuore

Questa storia ha affascinato anche voi? ChissĂ …potrei riportarne e raccontarne altre, magari esplorando il ruolo del caffè nella musica, ma anche nel cinema, nella letteratura, nell’arte e in tanti altri mondi…seguitemi! 

 

La mia canzone del momento

Ciao 🙂

in questo periodo sto amando molto (e ascoltando tanto!) l’ultimo pezzo di Luca CarboniLuca lo stesso.

Mi piace tantissimo per varie ragioni: stimo Carboni, è un brano orecchiabile, che resta nella testa (e nel cuore), e fa riflettere attraverso sonorità e parole.

Amo in particolare questa parte:

‘L’amore…lo sai questa parola che effetto che mi fa
detta piano o forte, detta ad un’altra velocità
può anche uccidere, può anche darmi la felicità
detta con un altro suono oppure con un’altra etĂ …’

 

Piace anche a voi? 😉

Film: ‘Un fantastico via vai’ per dare coraggio ai sogni

Una di queste sere ho guardato il film di Leonardo Pieraccioni Un fantastico via vai“. Che dire? Mi è piaciuto tantissimo!

Risate, umorismo, ma non solo: ottimismo, nonostante tutto, e una morale che ci invita ad accettare quella che pare essere diversità, ma in fondo non lo è, perchÊ siamo tutti uguali, mica diversi! E per saperlo basta davvero poco, cioè mettere da parte gli stupidi pregiudizi.

Inoltre, un insegnamento vero e proprio sul coraggio di osare e sognare di piĂš, magari senza fermarsi all’atto astratto del sognare, bensĂŹ andando oltre, concretizzando i nostri desideri…o per lo meno, provandoci!

In fondo meglio dire di averci provato che rimpiangere, un giorno vicino o lontano, che di certo verrĂ , di non averlo fatto, non credete?

Vi lascio il link della canzone del film, cantata dallo stesso regista e attore:

La risata di mia figlia

Non è bellissima?

Ho scritto una canzone…

Flash di felicitĂ 

Vorrei dirti che va tutto bene, ma mentirei
Griderei bugie nuove e vecchie, cose che giĂ  sai
Vorresti sentirle dire, ma che senso ha?
Un uomo che mente cosa ti dĂ ?
I miei sogni cadono in fondo
E in quel fondo tu non ci sei piĂš.
Barattare l’orgoglio serve, dicono
Pazienza se dopo i sentimenti ti maledicono


Rit. Capisci tutto questo?
Per te forse fa lo stesso
Sono io, prendimi se ti va,
nuvole di bugie
flash di felicitĂ .


Vorrei dirti che è tutto ok, ma non ci giurerei
L’amore salva in nome dei ricordi
Solo se non li scordi
Tutto ruota intorno al te e me passati
Prova che non li ho dimenticati
Potrei anche perdere ora
Pur vincendo non ci sarebbe vera vittoria


Rit. Capisci tutto questo?
Per te forse fa lo stesso
Sono io, prendimi se ti va,
nuvole di bugie
flash di felicitĂ .


Vorrei dirti che sarò capace
Di riordinare mente e voce
Ma le promesse sono inutili davanti al destino
Ascoltami soltanto un misero momento
Cambiami modo e tempo
E nulla sarĂ  per sempre
Neppure l’uomo che mente


Rit. Capisci tutto questo?
Per te forse fa lo stesso
Sono io, prendimi se ti va,
nuvole di bugie
flash di felicitĂ .

 

 

Con questo testo ho partecipato all’edizione 2013 di Coopforwords