La pioggia. Il suo vociare.
Che bel rumore quel cadere!
Nessuna caduta offre questo spettacolo alle orecchie, agli occhi, ai sogni.
Prendimi per mano, sogniamo insieme, sotto questo venir giù.
La pioggia è qui anche per noi.

La pioggia. Il suo vociare.
Che bel rumore quel cadere!
Nessuna caduta offre questo spettacolo alle orecchie, agli occhi, ai sogni.
Prendimi per mano, sogniamo insieme, sotto questo venir giù.
La pioggia è qui anche per noi.

Mani nelle mani conquisteremo il mondo.
La notte passerà e saremo ancora qua, a stringerci, cercarci, amarci.
Mani nelle mani.
Ed è un nuovo giorno. Il passato di un attimo fa è già presente, e sarà futuro.
Mani nelle mani.
Tra promesse, lenzuola, verità e sogni, arriveremo in cima all’amore, vetta ardua da scalare.

Il mare non chiede nulla.
Mentre io lo guardo e mi faccio tante domande. La solita stupida.
Ci diciamo: “viviamoci il momento. Godiamocelo!” E poi facciamo esattamente il contrario.
E gli istanti che volano via non tornano più.
Restano sospesi e, per dispetto, ci scrutano da lontano.
E, pur allungando le braccia, non li riportiamo giù.
Ne arrivano altri, ma diversi. Come le onde del mare, così ripetitive eppure sempre nuove.
I momenti passano. La mente forse dimentica. Il mare continua, con affanno, a tentare di ricordarcelo.
Mi volto e già non ci sei più.

Un bacio. E un altro ancora.
All’angolo della bocca ho un sogno, catturalo.
Nel sorriso ho un fiore, coglilo.
Nella voce ho sillabe di pazienza, abbracciale.
Attendi un po’, guardandomi negli occhi.
E poi un bacio. E un altro ancora.

Aveva quella bellezza tipica dei temporali estivi:
esplodeva all’improvviso, senza permettere riparo,
rinfrescando anche i corpi più stanchi,
eliminando ogni traccia di siccità dai volti.
É tutto lì:
in un cuore che batte, una mano che stringe,
un abbraccio che scalda, una carezza che coccola,
un bacio che innamora, una parola che rincuora.
L’amore è fatto di cose apparentemente semplici,
ma essenziali.
Del frutto che matura nel quotidiano cerchio della vita,
l’amore è il succo che alimenta.

Condivido con voi questa meravigliosa poesia di Martha Rivera Garrido
Non innamorarti di una donna che legge,
di una donna che sente troppo, di una donna che scrive.
Non innamorarti di una donna colta, maga, delirante, pazza.
Non innamorarti di una donna che pensa,
che sa di sapere e che inoltre è capace di volare, di una donna che ha fede in se stessa.
Non innamorarti di una donna che ride
o piange mentre fa l’amore, che sa trasformare il suo spirito in carne e, ancor di più,
di una donna che ama la poesia (sono loro le più pericolose), o di una donna capace di restare mezz’ora davanti a un quadro
o che non sa vivere senza la musica.
Non innamorarti di una donna intensa, ludica,
lucida, ribelle, irriverente.
Che non ti capiti mai di innamorarti di una donna così. Perché quando ti innamori di una donna del genere, che rimanga con te oppure no, che ti ami o no, da una donna così, non si torna indietro. Mai.
Il mare avanza inghiottendo lembi di spiaggia.
Gli uomini ne approfittano per gettare pensieri vecchi e nuovi,
e restare, almeno per qualche tempo, limpidi e cristallini come lui.

L’amore è un battito lieve
che diviene incessante
solo quando è coerente.


Cadono le foglie al mio passaggio,
sono ormai lontani il vento di maggio,
il sole d’agosto,
vicino è l’odore di mosto.
Ma ora c’è silenzio,
spezzato dal canto di uccelli
destinati a tacere per un’intera stagione.
Immagine: opera di Leonid Afremov